sito web : http://fotoedarte.weebly.com _ Alghero-foto-notizie-Sardegna by Sandro Alfonso
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PERSONAGGI SARDI |
Sandro Alfonso - Videomaker
BIOGRAFIA
Sandro Alfonso è un artista, videomaker e imprenditore italiano che ha ottenuto riconoscimenti per il suo lavoro in fotografia, videografia e arte generativa. È il fondatore e amministratore di Fotoedarte, un sito web dedicato alla presentazione di fotografie d'epoca della Sardegna, e gestisce un popolare canale YouTube dove condivide i suoi progetti di videografia. L'interesse di Sandro per la fotografia d'epoca e per il patrimonio culturale della Sardegna lo ha portato a curare una vasta collezione di fotografie d'epoca su Foto Ajo Sardegna. Ha anche sviluppato una presenza significativa su piattaforme di social media come Instagram, Twitter, Facebook e TikTok, dove condivide i suoi progetti fotografici attuali e vintage con un pubblico vasto e coinvolto. Oltre al suo lavoro nella fotografia e nella videografia, Sandro è anche un talentuoso artista generativo, noto per il suo lavoro nell'arte algoritmica, nell'arte computazionale, nella code art, nell'arte procedurale, nell'arte dei sistemi, nell'arte digitale e nella new media art. Attraverso la sua arte, Sandro esplora l'intersezione tra tecnologia e creatività, creando pezzi unici e affascinanti che spingono i confini delle forme d'arte tradizionali. Oltre al suo lavoro su Fotoedarte e sui social media, Sandro amministra anche un sito web di fotografia e arte ospitato sulla piattaforma Weebly, chiamato "Fotoedarte". I visitatori possono accedere al sito digitando "www.fotoedarte.weebly.com" nella barra degli indirizzi del proprio browser web. Le diverse competenze di Sandro Alfonso, la passione per l'arte e la cultura e l'approccio innovativo all'arte generativa lo hanno reso una figura riconosciuta nel mondo dell'arte, ispirando e affascinando il pubblico di tutto il mondo. Sandro Alfonso, come videomaker da molti anni realizza video fotografici. Le sue opere si distinguono per maestria e qualità con un focus sulla Sardegna vintage e recente, disponibili sotto forma di immagini e video su YouTube con il nome "fotoedarte". Attraverso i suoi video, cattura la bellezza della sua terra natale e della sua cultura in un modo unico. Ha creato una serie di video che presentano immagini straordinarie che danno vita alla storia e alla cultura della Sardegna. Il suo lavoro è stato presentato in alcuni dei principali siti Web e tv sarde, oltre a pubblicazioni , inclusi libri e riviste, ed è diventato una rappresentazione iconica di questa bellissima isola italiana. Con le sue splendide fotografie e video dà vita al fascino unico della Sardegna, della sua cultura e della sua gente, rendendola una delle mete più ambite dai fotografi di tutto il mondo. Il suo portfolio comprende Radici di Sardegna, Non potho reposare, Ammentos de Uliana, A piedi nudi, Memorie della Sardegna, Trabaglius, Curiosando nel passato Sardo, Vecchia Sardegna, Bonorva, Visita nel passato della Sardegna, Alghero Foreven, Le case di un tempo, Abiti Sardi nel tempo, In viaggio per Busachi attraverso il tempo, I mestieri di una volta in Sardegna, Sardegna, il profumo della dignità, Terra Sarda, Il Sogno Sardegna, Alghero "La piccola Barcellona" , Alghero la città Catalana della Sardegna, Ricordi di Sassari, Trailer sulla Sardegna del passato, Isola Sarda, Le frecce tricolori ad Alghero, La Sardegna di un tempo passato non troppo lontano, Tanto tempo fa in Sardegna, Orgosolo "Alla ricerca del tempo passato", Pagine del passato di Orune, Volti e memorie di Isili, Aspetti e testimonianze del passato di Nuoro, Ricordando Bono, Diario dei ricordi di Fonni, Ricordi di Villanova Monteleone, Memorie di Bitti, Alghero...indietro nel tempo, La marineria ad Alghero, Vecchi ricordi di Baunei, Sardigna , in Sardiniia, C'era una volta in Sardegna, Alghero - Lu Pais Meu, Oh Alguer, Viaggio nel passato di Alghero, Quando i bambini di Alghero giocavano per strada, Alla scoperta di Alghero del passato, Alghero, ricordi d'infanzia, Testimonianze sulla Sardegna d'epoca, Momenti del passato di Alghero, Alghero,nostalgia del passato, Vecchi ricordi di Alghero, Dalla città ai dintorni di Alghero. |
POESIE DEDICATE A MARIA CARTA
LA LUCE DELL'ANIMA Maria Carta, luce dell'anima sarda, con la tua voce hai scolpito l'eternità, attraverso le note e i canti che hai donato, hai portato la Sardegna nel cuore di ogni umanità. Con il tuo talento e la tua passione, hai incantato i palcoscenici del mondo, le tue parole, profonde ed emozionanti, hanno raccontato storie di coraggio e sogni giocondi. Sei stata la voce delle montagne selvagge, della terra arida e dei mari di cristallo, hai trasportato nelle tue canzoni antiche tradizioni, esprimendo l'anima di un popolo orgoglioso e leale. Maria Carta, regina della musica sarda, il tuo spirito brilla nel firmamento, sei un faro luminoso che guida i cuori, ispirando con la tua arte e il tuo talento. La tua eredità rimarrà indelebile, le tue melodie continueranno a risuonare, sei un simbolo di forza e autenticità, un'immortale figura che il tempo non potrà cancellare. Grazie, Maria Carta, per il dono della tua voce, per averci regalato emozioni senza fine, la tua musica resterà per sempre nei nostri cuori, come un tributo eterno alla tua grandezza senza confine. Sandro Alfonso |
karakter Alghero, Szardínia, Olaszország - karakters Alghero, Sardinië, Italië - karaktere Alghero, Sardenja, Itali - أحرف ألغيرو، سردينيا، إيطاليا -personatges Alguer, Sardenya, Itàlia - 字符阿爾蓋羅,意大利撒丁島 - caractères Alghero, en Sardaigne, Italie - χαρακτήρες Αλγκέρο, Σαρδηνία, Ιταλία -characters Alghero, Sardinia, Italy - znaków Alghero, Sardynia, Włochy - caractere Alghero, Sardinia, Italia - символы Альгеро, Сардиния, Италия -personajes Alghero, Cerdeña, Italia - Zeichen Alghero, Sardinien, Italien - karakterler Algero, İtalya - nhân vật Alghero, Sardinia, Italy - |
Fabrizio De Andrè e la Sardegna
Il cantautore Fabrizio De André affascinato dalle sue bellezze, decise di risiedervi stabilmente descrivendola poi in questo modo:
« La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattromila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso. »
fonte: Wikipedia
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Salvatore Burruni
Campione del Mondo
Alghero 11 aprile 1933 - Alghero 30 marzo 2004 Campione del Mondo dei Pesi mosca Dal 23 66 Aprile '65 al 14 giugno. Campione Europeo dei gallo, ha lasciato il titolo vacante Nel '69, a 36 Anni, QUANDO SI E ritirato. E 'Stato mito delle Nazioni Unite, ONU re del ring, ONU autorevole messaggero della SUA Sardegna e in Particolare della SUA Città. Ad Alghero AVEVA puro allestito Una palestra aperta ai Giovani Che intendevano Praticare la boxe. Tore Burruni Ê Stato Uno dei Più Grandi Pesi mosca del pugilato italiano. Divenne Campione italiano Nel 1958 Quanto Supero ai di Punti Giacomo Spano nella riprese Dodici. Difese il titolo Una infinità di volte-Fino a Quanto, Nel 1961, SI impossessò della corona EUROPEO battendo ai di Punti a Quindici riprese il Finlandese Luukkonen. Respinse i Tentativi di strappargli il Prestigioso titolo portatigli da avversari illustri provengono Ben Alì, Libeer, Mc Gowan; poi la scalata al Mondiale, NEL '65. Ed Ancora Una Vittoria Contro il Thailandese Kingpetch. da Campione del Mondo, Burruni Annullo a Sidney le Speranze dell'italo-australiano Gattellari di Diventare Il Primo nel Mondo Tra I Pesi mosca. Col Switch to degli Anni, Burruni Trovò Semper MAGGIORI Difficoltà a rientrare Nel peso Ed. A Londra, lo Nel giugno del 1966 Mc Gowan Gli Porto via il titolo iridato. Decise Così di Switch to Tra I Pesi gallo e Nel gennaio del 1968 sconfisse Ancora Ben Alì, conquistando Così il titolo della categoria superiore Che poi Difese Contro Zurlo e Vetroff. Furono Tra Gli ULTIMI combattimenti di Burruni, il Che decise di lasciare il pugilato a 36 Anni, DOPO Avere disputato 109 combattimenti da Professionista, di cui 31 vinti prima del limite, 68 ai Punti, ONU Pareggio ed APPENA 9 sconfitte. Nessuno ha mai avuto Dubbi : Tore Burruni E Stato il miglior pugile sardo di Semper. Ma non Ê Stato soltanto ONU grande pugile. Ê Stato ONU Simbolo per la SUA Città e Per tutta la Sardegna. Tore E stato I also Più Qualificato il Messaggero, in termini turistici, della SUA Città. Alghero, conosciuta in Tutto il Mondo per le querelare Bellezze naturali e per tal quale Centro Storico Tra I Più rinomati, ha Tratto enormi Vantaggi also Grazie al Suo figlio Campione del Mondo. Dappertutto, nda Manifesti Che annunciavano la Presenza di Burruni su anello delle Nazioni Unite, era riportato also il nomo della SUA Alghero Con A Fianco Italia. E lui Andava orgoglioso di this doppia precisazione. E Parlava l'algherese col Suo maestro Franco Mulas All'Angolo e con Italo Veronese, ONU Giornalista Che Più di Tutti lo ha Seguito e ha raccontato le Sue gesta. Nel Servizio ONU su La Gazzetta dello Sport, Rino Tommasi, grande intenditore ed Organizzatore di Riunioni pugilistiche, TRA L'Altro ha scritto: «E Burruni Stato certamente Uno dei Nostri Migliori Pugili, MA e Stato also Un uomo straordinario di durata, ONU Campione di modestia venire Pochi, ONU Esempio E Una lezione per Tanti Atleti Che SI sentono Campioni Senza esserlo. ».
Campione del Mondo
Alghero 11 aprile 1933 - Alghero 30 marzo 2004 Campione del Mondo dei Pesi mosca Dal 23 66 Aprile '65 al 14 giugno. Campione Europeo dei gallo, ha lasciato il titolo vacante Nel '69, a 36 Anni, QUANDO SI E ritirato. E 'Stato mito delle Nazioni Unite, ONU re del ring, ONU autorevole messaggero della SUA Sardegna e in Particolare della SUA Città. Ad Alghero AVEVA puro allestito Una palestra aperta ai Giovani Che intendevano Praticare la boxe. Tore Burruni Ê Stato Uno dei Più Grandi Pesi mosca del pugilato italiano. Divenne Campione italiano Nel 1958 Quanto Supero ai di Punti Giacomo Spano nella riprese Dodici. Difese il titolo Una infinità di volte-Fino a Quanto, Nel 1961, SI impossessò della corona EUROPEO battendo ai di Punti a Quindici riprese il Finlandese Luukkonen. Respinse i Tentativi di strappargli il Prestigioso titolo portatigli da avversari illustri provengono Ben Alì, Libeer, Mc Gowan; poi la scalata al Mondiale, NEL '65. Ed Ancora Una Vittoria Contro il Thailandese Kingpetch. da Campione del Mondo, Burruni Annullo a Sidney le Speranze dell'italo-australiano Gattellari di Diventare Il Primo nel Mondo Tra I Pesi mosca. Col Switch to degli Anni, Burruni Trovò Semper MAGGIORI Difficoltà a rientrare Nel peso Ed. A Londra, lo Nel giugno del 1966 Mc Gowan Gli Porto via il titolo iridato. Decise Così di Switch to Tra I Pesi gallo e Nel gennaio del 1968 sconfisse Ancora Ben Alì, conquistando Così il titolo della categoria superiore Che poi Difese Contro Zurlo e Vetroff. Furono Tra Gli ULTIMI combattimenti di Burruni, il Che decise di lasciare il pugilato a 36 Anni, DOPO Avere disputato 109 combattimenti da Professionista, di cui 31 vinti prima del limite, 68 ai Punti, ONU Pareggio ed APPENA 9 sconfitte. Nessuno ha mai avuto Dubbi : Tore Burruni E Stato il miglior pugile sardo di Semper. Ma non Ê Stato soltanto ONU grande pugile. Ê Stato ONU Simbolo per la SUA Città e Per tutta la Sardegna. Tore E stato I also Più Qualificato il Messaggero, in termini turistici, della SUA Città. Alghero, conosciuta in Tutto il Mondo per le querelare Bellezze naturali e per tal quale Centro Storico Tra I Più rinomati, ha Tratto enormi Vantaggi also Grazie al Suo figlio Campione del Mondo. Dappertutto, nda Manifesti Che annunciavano la Presenza di Burruni su anello delle Nazioni Unite, era riportato also il nomo della SUA Alghero Con A Fianco Italia. E lui Andava orgoglioso di this doppia precisazione. E Parlava l'algherese col Suo maestro Franco Mulas All'Angolo e con Italo Veronese, ONU Giornalista Che Più di Tutti lo ha Seguito e ha raccontato le Sue gesta. Nel Servizio ONU su La Gazzetta dello Sport, Rino Tommasi, grande intenditore ed Organizzatore di Riunioni pugilistiche, TRA L'Altro ha scritto: «E Burruni Stato certamente Uno dei Nostri Migliori Pugili, MA e Stato also Un uomo straordinario di durata, ONU Campione di modestia venire Pochi, ONU Esempio E Una lezione per Tanti Atleti Che SI sentono Campioni Senza esserlo. ».
Antonio Marras
Antonio Marras (Alghero,1961) stilista italiano.
Si è affermato nel mondo della moda internazionale per le sue creazioni originali ed uno stile tutto personale legate alla cultura sarda fatta di materiali semplici e tradizionali ed arricchiti da sue elaborazioni. Comincia la sua carriera con la linea "piano piano dolce Carlotta" ripreso dall'omonimo film; nelle linee si intravedeva già originalità e perfezione della fattura. La sua fama è ormai legata anche al fatto che per i suoi meriti è stato nominato direttore artistico del marchio dalla maison francese Kenzō.
Tra le varie collezioni ha realizzato i costumi per l'opera teatrale Orfeo ed Euridice tragedia e musical, rappresentato tra gli eventi per l'inaugurazione del nuovo palazzo dei congressi di Alghero.
Si è affermato nel mondo della moda internazionale per le sue creazioni originali ed uno stile tutto personale legate alla cultura sarda fatta di materiali semplici e tradizionali ed arricchiti da sue elaborazioni. Comincia la sua carriera con la linea "piano piano dolce Carlotta" ripreso dall'omonimo film; nelle linee si intravedeva già originalità e perfezione della fattura. La sua fama è ormai legata anche al fatto che per i suoi meriti è stato nominato direttore artistico del marchio dalla maison francese Kenzō.
Tra le varie collezioni ha realizzato i costumi per l'opera teatrale Orfeo ed Euridice tragedia e musical, rappresentato tra gli eventi per l'inaugurazione del nuovo palazzo dei congressi di Alghero.
Vittorio Calvino
Vittorio Calvino (Alghero, 4 febbraio 1909 – Monfalcone, 10 luglio 1956)
Giornalista, commediografo e sceneggiatore italiano.
I genitori Teofilo (piemontese di antica famiglia valdese) e Gertrud Claussen (figlia del console danese in Italia) giungono ad Alghero per amministrare le tenute dell'ammiraglio Alfred von Tirpitz, ministro della marina germanica. Nel 1918 la madre muore nell'epidemia di influenza spagnola, evento che determina la partenza della famiglia dalla Sardegna. Con i fratelli Paolo, Guido, Silvio ed Evelina vaga tra una zia paterna in Svizzera e vari collegi. Compie studi classici e vive una giovinezza avventurosa: mozzo di veliero, sommergibilista, rappresentante di commercio e infine giornalista.
Sposa a Milano il 15 agosto del 1933 Alma Meille, anch'ella di famiglia valdese in contatto da generazioni con i Calvino, e nel 1940 si trasferisce aRoma, a dirigere l'ufficio stampa della Lux Film, una tra le principali case di produzione dell'epoca. Erano nati intanto i figli Oliviero, nel 1935, e nel 1938Daniela, che avrà una breve carriera di attrice con film come La noia dal romanzo di Moravia e La virtù sdraiata, diretto nel 1969 da Sidney Lumet. Nel1943 nasce Anita, che sarà per 30 anni programmista regista dei telegiornali RAI.
Il lavoro alla Lux lo inserisce naturalmente nel mondo dello spettacolo. Scrive drammi, sceneggiature, opere per la radio, e nel 1953 viene invitato dalla nascente Rai-tv a dirigere il settore prosa. Nel 1955 abbandona la posizione in quanto ritiene la televisione troppo burocratizzata e lottizzata.
Nell'estate del 1956 è a Monfalcone per il varo dell'Andrea Doria. Viene colpito da un collasso cardio-circolatorio, e muore il 10 luglio, a soli 47 anni.
Vittorio Calvino (Alghero, 4 febbraio 1909 – Monfalcone, 10 luglio 1956)
Giornalista, commediografo e sceneggiatore italiano.
I genitori Teofilo (piemontese di antica famiglia valdese) e Gertrud Claussen (figlia del console danese in Italia) giungono ad Alghero per amministrare le tenute dell'ammiraglio Alfred von Tirpitz, ministro della marina germanica. Nel 1918 la madre muore nell'epidemia di influenza spagnola, evento che determina la partenza della famiglia dalla Sardegna. Con i fratelli Paolo, Guido, Silvio ed Evelina vaga tra una zia paterna in Svizzera e vari collegi. Compie studi classici e vive una giovinezza avventurosa: mozzo di veliero, sommergibilista, rappresentante di commercio e infine giornalista.
Sposa a Milano il 15 agosto del 1933 Alma Meille, anch'ella di famiglia valdese in contatto da generazioni con i Calvino, e nel 1940 si trasferisce aRoma, a dirigere l'ufficio stampa della Lux Film, una tra le principali case di produzione dell'epoca. Erano nati intanto i figli Oliviero, nel 1935, e nel 1938Daniela, che avrà una breve carriera di attrice con film come La noia dal romanzo di Moravia e La virtù sdraiata, diretto nel 1969 da Sidney Lumet. Nel1943 nasce Anita, che sarà per 30 anni programmista regista dei telegiornali RAI.
Il lavoro alla Lux lo inserisce naturalmente nel mondo dello spettacolo. Scrive drammi, sceneggiature, opere per la radio, e nel 1953 viene invitato dalla nascente Rai-tv a dirigere il settore prosa. Nel 1955 abbandona la posizione in quanto ritiene la televisione troppo burocratizzata e lottizzata.
Nell'estate del 1956 è a Monfalcone per il varo dell'Andrea Doria. Viene colpito da un collasso cardio-circolatorio, e muore il 10 luglio, a soli 47 anni.
Antonello Cuccureddu
nato ad Alghero il 4 ottobre 1949
LA CARRIERA DA CALCIATORE
Inizia la sua carriera calcistica con la squadra della sua città, poi, nella stagione 1966/67 viene acquistato dalla Torres per due milioni di lire dove viene impiegato come centrocampista. Nella stagione 1967/68 , passa al Brescia in serie B, senza segnare. Il grande lancio nel calcio che "conta" arriva nel 1969, quando la Juventuslo acquista dal Brescia per quattrocento milioni di lire.
Pur impiegato come Jolly difensore e centrocampista rivelò spiccate attitudini offensive: il primo gol con la maglia della Juventus arriva contro il Cagliari, e sarà il primo di ben 26 segnature in Serie Anella sua militanza in bianconero - ne segnò 39 in totale -, che fecero di lui uno dei difensori - centrocampisti più prolifici di sempre nella serie A. Il gol più importante della sua carriera avvenne il 20.5.1973, durante l'ultima e rocambolesca giornata del campionato di calcio 1972/73 quando il Milan, in vantaggio di un punto rispetto alla Juventus perde clamorosamente per 5-3 a Verona, mentre la Juventus riesce a recuperare lo svantaggio iniziale in casa della Roma, vincendo per 2-1 con un tiro da fuori area di Antonello Cuccureddu.
La Juventus vincerà così il suo 15º Scudetto con un punto di vantaggio sul Milan. Giocherà ben 12 stagioni con la maglia della Juventus, per poi passare nel campionato 1981-1dove chiuderà la carriera in serie A a causa di vari infortuni alla schiena.
In Nazionale Furono 13 in totale le presenze (la prima nel 1975), tutte sotto la gestione Bearzot: in esse sono comprese 5 partite al in Argentina, ivi inclusi l'incontro con i padroni di casa nella prima fase a gironi vinto per 1-0 e la campionato del mondo 1978 finale per il terzo posto contro il Brasile, invece persa dagli azzurri per 2-1. L'ultimo n Nazionale risale al settembre 1978 contro la Spagna.
Allenatore,
intraprende la carriera da allenatore. Dapprima allena le giovanili della Juventus, vincendo, nel 1994-,1995 uno storico scudetto nel campionato Primavera ed un Torneo di Viareggio, poi, nel 1997-1998 ottava posizione con l'Acireale in serie C1. Dopo una fugace esperienza alla guida della Ternana in Serie B nel 1998-1999 (sostituito da Luigi Delneri), nel 1999-2000 passa ad allenare il Crotone, sempre in serie C1, portando la squadra pitagorica, dopo un entusiasmante campionato, alla storica promozione in serie B con addirittura quattro giornate di anticipo. con il Crotone avviene l'anno successivo quando è esonerato dopo alcune giornate. Nel 2004-2005, allena l'Unione Sportiva Avellino in C1 ma, a poche giornate dal termine, esonerato e non può dunque partecipare attivamente alla promozione in B dei biancoverdi. Nella stagione 2005-2006 allena la Polisportiva Sassari Torres arrivando alle semifinali dei play off dove la sua squadra viene eliminata dal Grosseto.
Nel novembre del 2006 diviene il nuovo allenatore proprio del Grosseto ed in sei mesi riesce a portare la squadra maremmana dai bassi fondi della classifica alla prima posizione. Il 13 maggio 2007, il suo Grosseto vince 1-0 a Padova e viene promosso per la prima volta in Serie B. Cuccureddu, a Grosseto, ha ottenuto una delle migliore medie-punti di sempre tra gli allenatori biancorossi: 2.12 punti a partita, pari a 53 punti in 25 partite.
fonte Wikipedia
nato ad Alghero il 4 ottobre 1949
LA CARRIERA DA CALCIATORE
Inizia la sua carriera calcistica con la squadra della sua città, poi, nella stagione 1966/67 viene acquistato dalla Torres per due milioni di lire dove viene impiegato come centrocampista. Nella stagione 1967/68 , passa al Brescia in serie B, senza segnare. Il grande lancio nel calcio che "conta" arriva nel 1969, quando la Juventuslo acquista dal Brescia per quattrocento milioni di lire.
Pur impiegato come Jolly difensore e centrocampista rivelò spiccate attitudini offensive: il primo gol con la maglia della Juventus arriva contro il Cagliari, e sarà il primo di ben 26 segnature in Serie Anella sua militanza in bianconero - ne segnò 39 in totale -, che fecero di lui uno dei difensori - centrocampisti più prolifici di sempre nella serie A. Il gol più importante della sua carriera avvenne il 20.5.1973, durante l'ultima e rocambolesca giornata del campionato di calcio 1972/73 quando il Milan, in vantaggio di un punto rispetto alla Juventus perde clamorosamente per 5-3 a Verona, mentre la Juventus riesce a recuperare lo svantaggio iniziale in casa della Roma, vincendo per 2-1 con un tiro da fuori area di Antonello Cuccureddu.
La Juventus vincerà così il suo 15º Scudetto con un punto di vantaggio sul Milan. Giocherà ben 12 stagioni con la maglia della Juventus, per poi passare nel campionato 1981-1dove chiuderà la carriera in serie A a causa di vari infortuni alla schiena.
In Nazionale Furono 13 in totale le presenze (la prima nel 1975), tutte sotto la gestione Bearzot: in esse sono comprese 5 partite al in Argentina, ivi inclusi l'incontro con i padroni di casa nella prima fase a gironi vinto per 1-0 e la campionato del mondo 1978 finale per il terzo posto contro il Brasile, invece persa dagli azzurri per 2-1. L'ultimo n Nazionale risale al settembre 1978 contro la Spagna.
Allenatore,
intraprende la carriera da allenatore. Dapprima allena le giovanili della Juventus, vincendo, nel 1994-,1995 uno storico scudetto nel campionato Primavera ed un Torneo di Viareggio, poi, nel 1997-1998 ottava posizione con l'Acireale in serie C1. Dopo una fugace esperienza alla guida della Ternana in Serie B nel 1998-1999 (sostituito da Luigi Delneri), nel 1999-2000 passa ad allenare il Crotone, sempre in serie C1, portando la squadra pitagorica, dopo un entusiasmante campionato, alla storica promozione in serie B con addirittura quattro giornate di anticipo. con il Crotone avviene l'anno successivo quando è esonerato dopo alcune giornate. Nel 2004-2005, allena l'Unione Sportiva Avellino in C1 ma, a poche giornate dal termine, esonerato e non può dunque partecipare attivamente alla promozione in B dei biancoverdi. Nella stagione 2005-2006 allena la Polisportiva Sassari Torres arrivando alle semifinali dei play off dove la sua squadra viene eliminata dal Grosseto.
Nel novembre del 2006 diviene il nuovo allenatore proprio del Grosseto ed in sei mesi riesce a portare la squadra maremmana dai bassi fondi della classifica alla prima posizione. Il 13 maggio 2007, il suo Grosseto vince 1-0 a Padova e viene promosso per la prima volta in Serie B. Cuccureddu, a Grosseto, ha ottenuto una delle migliore medie-punti di sempre tra gli allenatori biancorossi: 2.12 punti a partita, pari a 53 punti in 25 partite.
fonte Wikipedia
Bruno Caneo
(Alghero, 12 aprile 1957) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano.
Giocatore
Cresciuto nel Thiesi, squadra sarda di Serie D, viene ingaggiato dalla Roma nell'estate del 1976 dove tuttavia non riesce mai a debuttare in campionato. A fine stagione si trasferisce in Serie C nel Prato mentre l'anno dopo passa al Parma dove ottiene subito la promozione in Serie B e con cui esordisce tra i cadetti nella stagione 1979-80, terminata però con una retrocessione.
La sua buona stagione attira l'interesse del Genoa con cui gioca il campionato cadetto conclusosi con la promozione in Serie A. La stagione 1981-82 è quella del debutto nella massima serie che avviene il 20 settembre in Como-Genoa (1-1). Ma la gioia dura poco perché Caneo con il grifone riesce a collezionare solo 3 presenze. A ottobre del 1981 torna infatti in Serie B per vestire la maglia del Palermo. Resta tra i cadetti anche nelle tre successive stagioni, militando dal 1982 al 1984 nel Perugia e, dalla stagione seguente, nel Pisa con cui a fine torneo conquista la promozione in Serie A.
Coi toscani gioca in totale quattro campionati, due dei quali in Serie A, con una nuova promozione arrivata nella stagione 1986-87. Il Pisa è anche la squadra con cui Caneo ha giocato di più nella sua carriera, vincendo pure la Mitropa Cup. Segue poi una nuova esperienza al Sud con la maglia del Cosenza, fresco promosso tra i cadetti dopo ventiquattro anni di assenza. Con la formazione calabrese, allenata da Bruno Giorgi, sfiora la promozione in Serie A nella stagione 1988-89, annata in cui Caneo realizza 5 gol. Viene confermato anche nell'annata successiva dove in 28 presenze realizza 1 solo gol.
Allenatore
Ha lavorato con il Mantova dal 1991 al 1994, come allenatore in seconda, con cui ha ottenuto nel 1993 una promozione in Serie C1, poi nel 1995 ha guidato il Cecina in Serie C2. Dal 1996 al 2000 ha allenato in Serie D rispettivamente Messina (1996-97), Savona (1997-98) e Rende (1998-2000).
Dal 2001 al 2003 ha allenato la formazione Primavera del Parma, mentre dal 2006 al novembre 2010 è stato allenatore in seconda di Gian Piero Gasperini al Genoa; nel 2011 segue l'allenatore piemontese all'Inter con il ruolo di assistente. Con Gasperini che viene esonerato e che rescinde il contratto, lascia anche lui l'Inter ma resta sotto contratto con la società meneghin.
Il 10 giugno 2016 viene annunciato come nuovo allenatore della Civitanovese, formazione neopromossa in serie D, per la stagione 2016-2017.
Il 5 dicembre 2017 è ingaggiato dal Santarcangelo come vice allenatore di Cavasin , è sollevato dall'incarico il successivo 27 marzo 2018 con l'esonero di Cavasin per i risultati negativi.
Il 20 ottobre 2019 viene chiamato sulla panchina del Rieti dopo l'interim di Lorenzo Pezzotti. L'11 dicembre 2019 viene sollevato dall'incarico. Il 24 febbraio 2020 viene richiamato sulla panchina del club, con al squadra all'ultimo posto in classifica.Il 22 febbraio 2021 viene nominato nuovo tecnico della Turris. Riesce a condurre la squadra alla salvezza e viene confermato anche per la stagione successiva. La stagione seguente, dopo essersi piazzata all’8º posto in campionato, la squadra campana viene eliminata al primo turno dei play-off per mano del Foggia (2-0). Il 27 maggio 2022, al termine della stagione, lascia di comune accordo la squadra torrese.
Il 29 giugno 2022 il Padova, lo annuncia come nuovo allenatore. L' 11 dicembre seguente, dopo la sconfitta in casa del Lecco e con la squadra al 14⁰ posto con 23 punti dopo 18 giornate, viene esonerato.[
fonte WIKIPEDIA
Paolo Spinetti
Medaglia d’oro al Festival Internazionale di Mosca del 1957
Il giovane di Alghero, si fece onore nel pugilato, combattendo fra i pesi gallo.
Paolo Spinetti il suo oro lo vinse a Mosca nel 1957, in occasione del Festival Mondiale della Gioventù e degli Studenti. La FMJD (Federazione Mondiale delle Gioventù Democratiche) era stata costituita a Londra nel novembre del 1945. I Festival erano uno spazio del movimento studentesco e giovanile che promuoveva la solidarietà, l’amicizia, lo scambio culturale, sportivo, ricreativo, tra i giovani delle più diverse ideologie e religioni del mondo che lottano contro l’imperialismo, il fascismo, il razzismo, il sionismo, la reazione, e altre forme di dominio e di sfruttamento. Nel 1957 a Mosca, capitale della allora Unione Sovietica, si realizzò il Sesto Festival, dopo che altri si erano tenuti in ordine di tempo nel 1947 a Praga, nel 1949 a Budapest, nel 1951 a Berlino, nel 1953 a Bucarest, nel 1955 a Varsavia. A Mosca, dal 28 luglio all´11 agosto, si diedero appuntamento 34 mila delegati di 131 paesi. Grandi avvenimenti, in stile quasi olimpionico che avevano, prima di tutto, intrinseco l’anti americanismo e l’anti imperialismo. Vennero definite manifestazioni esclusivamente “comuniste” perché si erano sempre tenute in paesi socialisti, in piena “guerra fredda”.
Il movimento rifiutò questa etichetta, perché i valori fondametali della FMJD, erano condivisi da giovani diversi, talvolta per ideologia e per religione. Il giovane di Alghero, si fece onore nel pugilato, combattendo fra i pesi gallo. Giornate memorabili, di quasi cinquant’anni fa. Ricorda tutto Paolo Spinetti: il lungo viaggio, il soggiorno e la gloria valsa una medaglia d’oro. Tanti giornali si occuparono di lui, una promessa mantenuta oggi: incontrarci per rivivere un passato, che di colpo ha illuminato il volto di un uomo ormai rugato dal tempo. E la foto contenuta nella mostra del Panathlon di Alghero, scovata dal maestro Manlio Masu, ha costretto tanti a prodigarsi per rileggere un pezzo di storia, ormai dimenticata.
Paolo Spinetti il suo oro lo vinse a Mosca nel 1957, in occasione del Festival Mondiale della Gioventù e degli Studenti. La FMJD (Federazione Mondiale delle Gioventù Democratiche) era stata costituita a Londra nel novembre del 1945. I Festival erano uno spazio del movimento studentesco e giovanile che promuoveva la solidarietà, l’amicizia, lo scambio culturale, sportivo, ricreativo, tra i giovani delle più diverse ideologie e religioni del mondo che lottano contro l’imperialismo, il fascismo, il razzismo, il sionismo, la reazione, e altre forme di dominio e di sfruttamento. Nel 1957 a Mosca, capitale della allora Unione Sovietica, si realizzò il Sesto Festival, dopo che altri si erano tenuti in ordine di tempo nel 1947 a Praga, nel 1949 a Budapest, nel 1951 a Berlino, nel 1953 a Bucarest, nel 1955 a Varsavia. A Mosca, dal 28 luglio all´11 agosto, si diedero appuntamento 34 mila delegati di 131 paesi. Grandi avvenimenti, in stile quasi olimpionico che avevano, prima di tutto, intrinseco l’anti americanismo e l’anti imperialismo. Vennero definite manifestazioni esclusivamente “comuniste” perché si erano sempre tenute in paesi socialisti, in piena “guerra fredda”.
Il movimento rifiutò questa etichetta, perché i valori fondametali della FMJD, erano condivisi da giovani diversi, talvolta per ideologia e per religione. Il giovane di Alghero, si fece onore nel pugilato, combattendo fra i pesi gallo. Giornate memorabili, di quasi cinquant’anni fa. Ricorda tutto Paolo Spinetti: il lungo viaggio, il soggiorno e la gloria valsa una medaglia d’oro. Tanti giornali si occuparono di lui, una promessa mantenuta oggi: incontrarci per rivivere un passato, che di colpo ha illuminato il volto di un uomo ormai rugato dal tempo. E la foto contenuta nella mostra del Panathlon di Alghero, scovata dal maestro Manlio Masu, ha costretto tanti a prodigarsi per rileggere un pezzo di storia, ormai dimenticata.
Pino Piras cantautore algherese
Giuseppe Piras, noto Pino, nacque ad Alghero, in una casa di via Doria, nel cuore del centro storico, a due passi dagli antichi bastioni e dalla cattedrale di Santa Maria, due dei monumentali simboli della città, il 18 marzo 1941, da Angelino Piras (commerciante) e Maria Masala (casalinga), primo di dieci figli (tre maschi e sei sorelle).
Fra quelle viuzze e piazzette (molte si crearono dopo il bombardamento alleato del 17 maggio 1943) acciottolate a "ginquetes" trascorse un'infanzia semplice, assimilando quello spirito irrequieto, ora giocoso e scanzonato, ora triste e malinconico che anima la gente e le vicende di quei vicoli, quell'ironico e schietto carattere algherese che più tardi animò la sua produzione artistica.
Di famiglia numerosa e dignitosa ma di modeste possibilità economiche, Pino ebbe - fin da bambino - un'esistenza difficile, segnata da gravi vicissitudini di salute: dopo essere venuto al mondo con un pericoloso parto podalico tra le mani esperte della levatrice Annetta Silanos, a tre mesi rischiò di morire per una forte roncopolmonite e a 16 anni ebbe una paralisi facciale in conseguenza di una congestione che lo colse mentre faceva il bagno nel mare antistante la spiaggetta de "Las tronas"; in quell'occasione rischiò anche l'annegamento e fu salvato da un passante perché gli amici presenti credevano stesse semplicemente inscenando uno dei suoi soliti scherzi.
Giovanissimo, non ancora quindicenne, insieme al suo inseparabile amico Pino Ferraris (che l'accompagnò anche in un riuscito sodalizio artistico per gran parte della sua carriera), già rivelava le sue attitudini creative, componendo parodie e canzoni; le prime, naturalmente, furono canzoni d'amore, spesso erenate, e talune divennero piuttosto note pur senza essere mai state incise.
Tra i suoi componimenti vi furono i versi di una dolcissima serenata intitolata "S'alça la lluna", che da adolescente dedicò ad
una sua coetanea: So nat per a tu/ sés nada per a mi/ quan te ferm/ me tens de diure sì/ S'alça la /luna al cel de l'Alguer/ i jo me trob sol al carrer/ al carrer sol saps per co'/ pensanr a tu no prenc son/ Tu, dormis embolica/ en un blanc lençol/ mentres un jove te cerca/ i un cor te vol/ possible que tu no entenguis la veu de l'amor?/La veu que a tots mos diu de/ cercar un altre cor...
L'infanzia e l'adolescenza trascorsero troppo velocemente. Quando giunse il momento d'inserirsi nel mondo del lavoro, anche Pino, come molti suoi concittadini, dovette emigrare all'estero.
Nella capitale lombarda ebbe probabilmente modo di conoscere, seppure da semplice spettatore, il nuovo teatro comico ed il cabaret che proprio in quegli anni rappresentava la più forte innovazione e la più prolifica fucina di talenti ed idee nel panorama dello spettacolo italiano.
Senza dubbio questa esperienza fu importantissima per la sua formazione artistica.
Nel 1971, tornato in Sardegna, Piras lavorò saltuariamente come muratore manovale e per circa un anno fu assunto a Cagliari
presso un'impresa di pulizie. Nel 1973, nella sua città natale, in un periodo di forte riaffermazione della peculiare identità linguistica locale, fu tra i soci fondatori del "Bar folklore", punto d'incontro tra i preferiti da molti degli appassionati di cultura e canzoni algheresi. Finita quell'esperienza, con altri due soci, curò la gestione di un nuovo locale, la discoteca-dancing "Tipiba"; questa impresa ebbe poca fortuna e si concluse con un fallimento.
Fu forse fra i tavoli di quei locali, nelle lunghe serate a parlare e fare musica fra amici, che maturò il progetto della "Companyia del
Reganal", una nuova compagnia teatrale popolare nata per mettere in scena i copioni che lo stesso Piras andava scrivendo fin dal 1968.
Il 1976 fu l'anno dell'esordio teatrale come autore e regista con "Paìs de alegries", una commedia satirica in due atti, presentata al
cinema teatro Selva ed accolta da un entusiastico apprezzamento del pubblico e della critica (il copione fu pubblicato nell'ottobre del
1982 dalle edizioni Bastiò, con prefazione di Neria De Giovanni).
Nel 1979 Piras dovette emigrare ancora, andando a lavorare per un anno a Milano; finalmente - nel 1980 - assunto come muratore
dal Comune, tornò a titolo definitivo ad Alghero, trovando alloggio in un magazzino delle case popolari di via Sant'Agostino.
Nel 1982 si ammalò gravemente: la diagnosi parlava di tubercolosi, ma forse si trattò di un primo campanello d'allarme.
Le precarie condizioni di salute e le difficoltà economiche non ne smorzarono né l'entusiasmo, né l'orgoglio, anzi sembrarono rilanciarne i progetti artistici; così, proprio in quei primi anni '80, mentre raccoglieva già un lusinghiero successo come cantautore, Piras si dedicò a portare in scena altri suoi testi teatrali, più tardi registrati e trasmessi da un'emittente televisiva locale. Vi fu persino il progetto di un breve tour di spettacoli in Catalogna che non si realizzò per mancanza dei fondi necessari.
Negli anni '80 l'attività di Pino si fa intensa e raccoglie consensi sempre più ampi, anche se, per il suo naturale istinto satirico e per
il suo carattere libero, incontra l'ostracismo di alcuni che cercano di arginarne la crescente popolarità. Sembrano avvicinarsi grandi e
memorabili sviluppi nella sua carriera ed egli crede sempre pitl nell'impegno teatrale, nella necessità di una maturazione linguistica dei
suoi testi, nel confronto e nella collaborazione con alcuni artisti che avevano con lui una naturale affinità. Il ritmo della sua maturazione
artistica cresce frenetico, come testimoniano i suoi diari, i suoi quaderni, i suoi progetti rimasti inediti per il teatro e la canzone; invece
beffarda e crudele si avvicina la sua scomparsa.
Il 30 maggio del 1989 Alghero perse Pino Piras. Da quel giorno Pino Piras restò fra gli algheresi.
racconto tratto da : fonte comune alghero Raffaele Sari Bozzolo
Pino Multineddu cantautore algherese
BENITO URGU
SARDO SARDO
Benito Urgu, nato il 12 gennaio 1939 a Oristano, è un artista italiano poliedrico, noto come cantautore, comico, cabarettista, personaggio televisivo e attore. Fin da giovane, ha mostrato un grande spirito goliardico e un acuto senso dell'umorismo.
All'inizio della sua carriera, prima ancora di compiere vent'anni, Benito inizia a esibirsi come cantante con il gruppo Gatto Nero ENAL, che successivamente cambia nome diventando I nuraghi. Con questa band, si esibisce in sale da ballo e piazze della provincia, proponendo sia brani di successo dell'epoca che alcune canzoni di sua composizione, come "Su twist 'e Giuannica" e "Cambale Twist". Quest'ultima canzone raggiunge un notevole successo nazionale quando viene trasmessa dalla Rai sul primo canale negli anni '60. Vestito in costume tradizionale sardo insieme al gruppo de I Barrittas, Benito Urgu si muove e canta, suscitando divertimento e grande entusiasmo negli spettatori. Queste canzoni dal carattere demenziale diventeranno i suoi primi successi.
Successivamente, lasciato il gruppo, Benito inizia a lavorare come presentatore presso un circo sardo chiamato "Armando", dove impara l'arte del comico e affina le sue capacità di frontman. Questi anni di esperienza nel circo diventano la sua "università", come lui stesso afferma.
Negli anni '60, dopo aver terminato il servizio militare, Benito forma il gruppo I Barrittas insieme a Francesco Salis, Antonio Albano, Giuseppe Miscali, Nello Cocco e Guido Cocco. Il gruppo partecipa a un concorso musicale e presenta il brano "Whisky, birra e Johnny Cola", insieme al successo precedente "Su Twist 'e Giuannica". Questa canzone ironica sulla gioventù di Oristano dell'epoca diventa anche la sua prima registrazione discografica nel 1964 per l'etichetta Ariel di Gaetano Pulvirenti. Nel corso degli anni, i Barrittas ottengono altri successi grazie alle loro cover di brani internazionali e a canzoni originali. Si esibiscono in Sardegna e in importanti locali delle città italiane.
Nel 1966, il gruppo si inserisce con successo nel fenomeno delle messe beat, che nasce dalla voglia dei giovani di pregare cantando e suonando con stili e strumenti moderni. Il loro album "La messa dei giovani", composto dal maestro Marcello Giombini, viene eseguito per la prima volta nella cappella Borromini a Roma, suscitando l'interesse del pubblico e dei media, inclusa una troupe televisiva della Rai. Ancora oggi, questo album è considerato un cult tra gli amanti del beat italiano.
Negli anni '70, Benito Urgu raggiunge la notorietà con il singolo "Sexy Fonni" del 1977, una parodia del famoso brano "Je t'aime... moi non plus" di Serge Gainsbourg e Jane Birkin. Il testo recitato, che racconta un incontro romantico tra un sardo e una turista francese appassionata, accompagnato da fraintendimenti linguistici e gridolini della ragazza, diventa uno dei suoi maggiori successi. Seguono altri singoli come "Mon cheri Fonni" nel 1978 e "Filodiffusione" nel 1979.
Negli anni successivi, Benito Urgu continua la sua carriera artistica, collaborando con vari artisti e partecipando a programmi televisivi come "I migliori anni" e "Markette". Si esibisce anche in spettacoli teatrali di successo, mettendo in mostra le sue doti di caratterista e mescolando l'italiano con il sardo per creare situazioni comiche esilaranti.
Negli ultimi anni, Benito Urgu continua a fare apparizioni televisive e cinematografiche, portando avanti la sua carriera artistica con la sua inconfondibile comicità e il suo talento versatile. La sua presenza sul piccolo schermo e sul palcoscenico lo rende un'icona dell'intrattenimento italiano.
John Carta
Giovanni Carta, meglio conosciuto come John Carta (Alghero, 7 gennaio 1946 – Sacramento, 29 settembre 1990), è stato un aviatore e paracadutista italiano naturalizzato statunitense.
Soprannominato the Birdman ("Uomo uccello"), era pilota di elicottero e aeroplano. È stato un pioniere del B.A.S.E. jumping. Reduce decorato della guerra del Vietnam per le missioni a bordo dell'elicottero Bell UH-1 Iroquois, sperimentò alcune speciali alette, chiamate bat wings, che permettono il prolungamento della caduta con volo semi-orizzontale.
Da Alghero, sua città di origine, si trasferì a 12 anni negli Stati Uniti dove visse con una zia che morì però di lì a poco, lasciandolo completamente solo. Dall'età di 14 anni fu costretto a fare lavori d'ogni genere per sopravvivere. Si arruolò negli anni sessanta nella US Army,passando nelleforze speciali come paramedico e inviato in Vietnam, dove rimase due anni dal 1967 al 1969. Specializzato in aerotrasporti e pilota di elicotteri, portò a termine missioni di salvataggio e venne decorato con la Croce al valore di guerra. Una volta in congedo, come molti reduci, ebbe difficoltà di inserimento e dovette adattarsi a lavorare come operaio. In seguito si mise in proprio con una impresa di carpenteria. Tornò anche a pilotare un elicottero, portando turisti in escursione sui cieli di New York.
Il 16 agosto 1990, durante un lancio dall'American President building di Oakland, il suo paracadute si aprì solo parzialmente e Carta subì fratture in varie parti del corpo. Il 29 settembre del 1990 durante un air show, ancora infortunato e ingessato, accettò di prender parte a un volo dimostrativo con un aereo bimotore della seconda guerra mondiale Lockheed P2V Harpoon presso Sacramento, in California. Il pilota, probabilmente inesperto, durante una esibizione acrobatica, per un errore di manovra fece andare in stallo l'aereo, che precipitò disintegrandosi nel Clear Lake. Con lui morirono sul colpo tutte le altre sei persone a bordo. Il corpo di John Carta venne recuperato dai sommozzatori dopo due giorni di ricerche.
Dopo i funerali di stato le sue ceneri vennero trasportate in Italia e deposte presso il cimitero di Alghero; una parte fu sparsa dall'amico Jonathan Bowlin durante un lancio presso El capitan nel parco nazionale di Yosemite. Anche Jonathan Bowlin morì poi il 9 maggio 1993 durante un lancio.
fonte Wikipedia
Soprannominato the Birdman ("Uomo uccello"), era pilota di elicottero e aeroplano. È stato un pioniere del B.A.S.E. jumping. Reduce decorato della guerra del Vietnam per le missioni a bordo dell'elicottero Bell UH-1 Iroquois, sperimentò alcune speciali alette, chiamate bat wings, che permettono il prolungamento della caduta con volo semi-orizzontale.
Da Alghero, sua città di origine, si trasferì a 12 anni negli Stati Uniti dove visse con una zia che morì però di lì a poco, lasciandolo completamente solo. Dall'età di 14 anni fu costretto a fare lavori d'ogni genere per sopravvivere. Si arruolò negli anni sessanta nella US Army,passando nelleforze speciali come paramedico e inviato in Vietnam, dove rimase due anni dal 1967 al 1969. Specializzato in aerotrasporti e pilota di elicotteri, portò a termine missioni di salvataggio e venne decorato con la Croce al valore di guerra. Una volta in congedo, come molti reduci, ebbe difficoltà di inserimento e dovette adattarsi a lavorare come operaio. In seguito si mise in proprio con una impresa di carpenteria. Tornò anche a pilotare un elicottero, portando turisti in escursione sui cieli di New York.
Il 16 agosto 1990, durante un lancio dall'American President building di Oakland, il suo paracadute si aprì solo parzialmente e Carta subì fratture in varie parti del corpo. Il 29 settembre del 1990 durante un air show, ancora infortunato e ingessato, accettò di prender parte a un volo dimostrativo con un aereo bimotore della seconda guerra mondiale Lockheed P2V Harpoon presso Sacramento, in California. Il pilota, probabilmente inesperto, durante una esibizione acrobatica, per un errore di manovra fece andare in stallo l'aereo, che precipitò disintegrandosi nel Clear Lake. Con lui morirono sul colpo tutte le altre sei persone a bordo. Il corpo di John Carta venne recuperato dai sommozzatori dopo due giorni di ricerche.
Dopo i funerali di stato le sue ceneri vennero trasportate in Italia e deposte presso il cimitero di Alghero; una parte fu sparsa dall'amico Jonathan Bowlin durante un lancio presso El capitan nel parco nazionale di Yosemite. Anche Jonathan Bowlin morì poi il 9 maggio 1993 durante un lancio.
fonte Wikipedia
I TAZENDA DAL 1988 AL 1997
La fondazione del gruppo e affermazione con Andrea Parodi Il primo album,Tazenda 1988, presenta già le caratteristiche tipiche del trio: la mescolanza tra i suoni "moderni" di tastiere e chitarra elettrica con quelli tipici della Sardegna (launeddas, tenores, fisarmoniche diatoniche), le armonie vocali e la voce potente di Parodi. Alle attenzioni delle radio si impone il brano Carrasecare ("carnevale"), che fu presentato durante la trasmissione Rai Gran Premio, condotta da Pippo Baudo. La presenza di un canto popolare sardo (in questo album è No potho reposare, scritto da Salvatore Sini negli anni venti) sarà una costante di ogni loro lavoro.
Divennero poi famosi al grande pubblico con la partecipazione al Festival di Sanremo del 1991, con la versione italiana della loro Disamparados, presentata da Pierangelo Bertoli, che ne curò la versione italiana intitolandola Spunta la luna dal monte, dopo che si era rivolto proprio al gruppo sardo chiedendo loro una canzone da riadattare. Nella versione a quattro voci si fondono dunque la sezione in italiano con quella originale., poi vincitrice della Targa Tenco. Pur non essendo nota la classifica finale del Festival aldilà delle prime posizioni, l'esecuzione della serata finale ottenne un'ovazione del pubblico presente al Teatro Ariston, con chiamata degli artisti sul palco, privilegio piuttosto raro nella manifestazione sanremese, che in quella edizione fu condiviso dalla performance di Renato Zero.
In quello stesso anno fu pubblicato l'album Murales, che vendette più di 200.000 copie. Con alcune canzoni come Mamojada, Nanneddu (altro canto popolare dedicato a Nanni Sulis) e la stessa Disamparados, vinsero l'edizione del Cantagiro, in abbinamento con Paola Turci.
L'anno successivo parteciparono nuovamente al Festival di Sanremo, presentando Pitzinnos in sa gherra, brano scritto con la collaborazione di Fabrizio De Andrè, che scrisse i versi finali in italiano. La canzone si classifica all'ottavo posto dopo avere ottenuto l'accesso alla serata finale (era un anno in cui era prevista una eliminazione anche dei cantanti cosiddetti Big).
Nello stesso anno pubblicarono l'album Limba che contiene, oltre alla canzone Preghiera semplice (con la quale parteciparono al Festivalbar), anche 'Etta abba chelu, cantata insieme a Fabrizio De Andrè che canta un verso.
È del 1993 il singolo Il popolo rock, che anticipa l'uscita dell'album omonimo, il primo dal vivo.
La lista delle loro collaborazioni è di grande rilevanza: tra gli altri, Gianni Morandi, Simple Minds,Fabrizio De Andrè, Pierangelo Bertoli, Mauro Pagani, Paola Turci,Inti.lllimani, Maria Carta , Eros Ramazzotti e Francesco Renga.
Oltre che in Italia, si sono esibiti anche negli Stati Uniti, in Canada,Australia, Germania,Inghilterra, Svizzera,Belgio, Slovenia e Cuba.
Nel 1995 esce un altro album: Fortza paris, sulla stessa linee dei precedenti, equamente distribuito tra lingua italiana e idioma sardo.
Nel 1997 esce la prima raccolta ufficiale dei Tazenda dal nome Il Sole dei Tazenda, contenente anche tre brani inediti. Questo sarà l'ultimo album con Andrea Parodi alla voce; infatti nello stesso anno esce dal gruppo.
fonte WIKIPEDIA
Divennero poi famosi al grande pubblico con la partecipazione al Festival di Sanremo del 1991, con la versione italiana della loro Disamparados, presentata da Pierangelo Bertoli, che ne curò la versione italiana intitolandola Spunta la luna dal monte, dopo che si era rivolto proprio al gruppo sardo chiedendo loro una canzone da riadattare. Nella versione a quattro voci si fondono dunque la sezione in italiano con quella originale., poi vincitrice della Targa Tenco. Pur non essendo nota la classifica finale del Festival aldilà delle prime posizioni, l'esecuzione della serata finale ottenne un'ovazione del pubblico presente al Teatro Ariston, con chiamata degli artisti sul palco, privilegio piuttosto raro nella manifestazione sanremese, che in quella edizione fu condiviso dalla performance di Renato Zero.
In quello stesso anno fu pubblicato l'album Murales, che vendette più di 200.000 copie. Con alcune canzoni come Mamojada, Nanneddu (altro canto popolare dedicato a Nanni Sulis) e la stessa Disamparados, vinsero l'edizione del Cantagiro, in abbinamento con Paola Turci.
L'anno successivo parteciparono nuovamente al Festival di Sanremo, presentando Pitzinnos in sa gherra, brano scritto con la collaborazione di Fabrizio De Andrè, che scrisse i versi finali in italiano. La canzone si classifica all'ottavo posto dopo avere ottenuto l'accesso alla serata finale (era un anno in cui era prevista una eliminazione anche dei cantanti cosiddetti Big).
Nello stesso anno pubblicarono l'album Limba che contiene, oltre alla canzone Preghiera semplice (con la quale parteciparono al Festivalbar), anche 'Etta abba chelu, cantata insieme a Fabrizio De Andrè che canta un verso.
È del 1993 il singolo Il popolo rock, che anticipa l'uscita dell'album omonimo, il primo dal vivo.
La lista delle loro collaborazioni è di grande rilevanza: tra gli altri, Gianni Morandi, Simple Minds,Fabrizio De Andrè, Pierangelo Bertoli, Mauro Pagani, Paola Turci,Inti.lllimani, Maria Carta , Eros Ramazzotti e Francesco Renga.
Oltre che in Italia, si sono esibiti anche negli Stati Uniti, in Canada,Australia, Germania,Inghilterra, Svizzera,Belgio, Slovenia e Cuba.
Nel 1995 esce un altro album: Fortza paris, sulla stessa linee dei precedenti, equamente distribuito tra lingua italiana e idioma sardo.
Nel 1997 esce la prima raccolta ufficiale dei Tazenda dal nome Il Sole dei Tazenda, contenente anche tre brani inediti. Questo sarà l'ultimo album con Andrea Parodi alla voce; infatti nello stesso anno esce dal gruppo.
fonte WIKIPEDIA
Paolo Fresu
Inizia lo studio dello strumento all'età di 11 anni nella Banda Musicale del proprio paese natale e dopo varie esperienze di musica leggera scopre il jazz nel 1980 ed inizia l'attività professionale nel 1982 registrando per la RAI sotto la guida del M° Bruno Tommaso e frequentando i Seminari di Siena jazz. Nel 1984 si diploma in tromba presso il Conservatorio di Cagliari e nello stesso anno vince i premi 'RadioUno jazz', 'Musica jazz' e 'RadioCorriere TV' come miglior talento del jazz italiano. Nel 1990 vince il premio 'Top jazz' indetto dalla rivista 'Musica jazz' come miglior musicista italiano, miglior gruppo (Paolo Fresu Quintet) e miglior disco (premio 'Arrigo Polillo' per il disco 'Live in Montpellier'), nel 1996 il premio come miglior musicista europeo attraverso una sua opera della 'Académie du jazz' di Parigi ed il prestigioso ‘Django d’Or’ come miglior musicista di jazz europeo e nell’anno 2000 la nomination come miglior musicista internazionale. Solo i primi, in una lunga serie di riconoscimenti che proseguono nel presente musicale. Docente e responsabile di diverse importanti realtà didattiche nazionali e internazionali, ha suonato in ogni continente e con i nomi più importanti della musica afroamericana degli ultimi 30 anni: F. D'Andrea, G. Tommaso, B. Tommaso, T. Ghiglioni, E. Rava, A. Salis, E. Pieranunzi, G. Gaslini, GL. Trovesi, R. del Fra, A. Romano, G. Ferris, J. Taylor, K. Wheeler, P. Danielsson, J. Christensen, G. Mulligan, B. Brookmayer, D. Liebman, K. Berger, D. Holland, R. Beirach, J. Zorn, J. Abercrombie, H. Merril, R. Towner, R. Galliano, M. Portal, T. Gurtu, J. Lee, Gunther Schüller, P. McCandless, J. Hall, L. Soloff, Uri Caine, Ralph Towner, Gil Evans Orchestra, Toots Thielemans, Omar Sosa, Carla Bley, Steve Swallow, ecc. Ha registrato oltre trecentocinquanta dischi di cui quasi un centinaio a proprio nome o in leadership ed altri con collaborazioni internazionali (etichette Francesi, Tedesche, Giapponesi, Spagnole, Olandesi, Svizzere, Canadesi, Greche) spesso lavorando con progetti 'misti' come Jazz-Musica etnica, World Music, Musica contemporanea, Musica Leggera, Musica antica, ecc.. collaborando tra gli altri con M. Nyman, E. Parker, Farafina, O. Vanoni, Alice, T. Gurtu, G. Schüller, Negramaro, Stadio, ecc. Molte sue produzioni discografiche hanno ottenuto prestigiosi premi sia in Italia che all'estero. Nel 2010 ha aperto la sua etichetta discografica Tŭk Music. Dirige il Festival 'Time in jazz' di Berchidda, del festival di Bergamo ed è direttore artistico e docente dei Seminari jazz di Nuoro. E' stato più volte ospite in grandi organici quali la 'G.O.N. - Grande Orchestra Italiana', l'ONJ - Orchestra nazionale di jazz francese, la NDR - orchestra della Radio tedesca di Amburgo, l’italiana Instabile Orchestra, la PJMO dell’Auditorium/Parco della Musica di Roma, l’Orchestra Sinfonica della Rai e l’Orchestra dell’Arena di Verona. Ha coordinato, inoltre, numerosi progetti multimediali collaborando con attori, danzatori, pittori, scultori, poeti, ecc. e scrivendo musiche per film, documentari, video o per il Balletto o il Teatro. Oggi è attivo con una miriade di progetti che lo vedono impegnato per oltre duecento concerti all’anno, pressoché in ogni parte del globo. Vive tra Parigi, Bologna e la Sardegna.
Biografia generale
fonte www.paolofresu.it
Claudia Aru
(...) est una cantadora sarda. Cun sa scritura de cantzonis e mùsica e un'atividadi notàbbili de cuncertus tenit una carriera intensa chi at biu fintzas sa partecipatzioni a acuntessimentus in Osaka, Pechino e Shangai e sa collaboratzioni cun atrus artistas sardus de importu mannu.
Biografia
A pustis de si laureai in s'Universidadi de Bologna in stòria de s'Arti, at bìviu de su 2002 a su 2005 in Barcellona, innui at studiau mùsica in sa scola "Taller de Musics".
A pustis, at bìviu in New York e in Roma e est torrada in Sardìnnia in su 2008, innui at fundau su progetu Bentesoi, cun Arrogalla, chi at pubblicau duus Album, Tripland e Folk You. In su 2012 inghitzas sa carriera sua de solista pubblichendi s'album Aici cun s'eticheta Nootempo chi iat giai prodùsiu is album de is Bentesoi.
S'album bessit a pustis de su sìngulu omònimu e in paris cun un'atru sìngulu, Burdu bu. Totus is testus de s'album funt scritus de issa etotu e sa mùsica est cumposta in collaboratzioni cun Marcello Pilleri chi sonat sa ghitarra e su banjo e cun Matteo Marongiu a su contrabbassu. In su 2013 bessit su segundu album, A giru a giru.
In su 2015 bessit su sìngulu Su Tasinanta, sighiu de s'album Momoti, chi pigat su nòmini de sa criadura de fantasia de s'immaginàriu sardu e chi unas cantas pubblicatzionis ant definiu cummenti s'album de sa maduresa de s'artista. In su mesi de ladàmini de su pròpiu annu, bincit su Prèmiu Andrea Parodi po sa mellus interpretatzioni.
In su 2016 at cantau cun su grupu suu in Osaka, Giaponi, in un'acuntessimentu organizau de s'Istituto Italiano di Cultura. S'ocasioni dd'at ispirau sa creatzioni de su vìdeu po sa cantzoni Oi mi scidu chitzi, bessiu in su 2017.
Sèmpiri in su 2016 est stètia candidada a sa Targa Tenco.
In su 2019 pubblicat s'album Aru, innui contat cun ironia e crìtica su mundu de provìntzia.
In s'interis de sa Pandemia de COVID-19, cun s'impossibilidadi de fai cuncertus nous, abarrat ativa in lìnia publichendi su sìngulu Arrò du Covid e ghetendi s'idea de cumpartzi òperas de artistas sardus me is arretzas sotzialis cun s'hashtag #adottaunartistasardo comenti sinnu de solidariedadi in su momentu de dificultadi.
fonte wikipedia
Serena Schintu
cantautrice pop italiana
Serena Schintu, classe 87, nasce ad Alghero ed inizia a muovere i suoi primi passi nel mondo della musica fin da piccola, esibendosi live nei locali e nei teatri.
Perfeziona la sua arte studiando canto e la sua produzione musicale inzia nel 2017 con il primo album “Ghiaccio”. Prosegue nel 2021 con il suo secondo album intitolato “Miliardi di stelle”. I suoi videoclip su youtube ricevono migliaia di visualizzazioni che si mantengono in constante crescita. Serena però non si limita soltanto a farsi ascoltare all’interno dei propri confini nazionali, la sua voce infatti attualmente è conosciuta anche in diversi Paesi dell’Unione Europea.
fonte web
Gianfranco Zola
Gianfranco Zola (Oliena, 5 luglio 1966) è un ex calciatore e allenatore di calcio italiano attivo per due decenni nel calcio professionistico europeo. Tra i primissimi calciatori italiani (insieme a Vialli) a essere ingaggiato da una squadra inglese di alto livello, ha vestito numerose volte la maglia della nazionale italiana e, per i meriti sportivi conseguiti durante la sua permanenza al Chelsea, ha ricevuto nel 2004 l'onoreficenza di Membro dell'Impero Britannico.
Caratteristiche tecniche
Zola è una tipica mezzapunta italiana, ovvero un giocatore dotato di classe e tecnica sopraffina, capace di agire sia da trequartista che da seconda punta pura ed in grado inoltre di segnare gol come se fosse un centravanti vero e proprio. Il piatto forte di Gianfranco Zola sono le punizioni, di cui il sardo è un vero e proprio specialista, tra i migliori nella storia del calcio italiano. Il suo gioco era anche caratterizzato da forti accelerazioni palla al piede, oltre che da dribbling ubriacanti di scuola brasiliana.
Carriera Club
Iniziò a giocare a calcio nella Corrasi di Oliena per poi passare alla Nuorese (1984), dove fu impiegato nel ruolo di mezzapunta. Nel 1986 passò alla Torres dove disputò un campionato di C2 (contribuendo in modo decisivo alla promozione dei sassaresi) e due campionati di serie C1: nell'ultimo impressionò favorevolmente, giocando 34 partite e segnando 11 reti (molte su punizione). Esordì in Serie A nel 1989, quando venne acquistato dal Napoli di Diego Armando Maradona, dal quale fu investito personalmente come suo erede, ereditando nel 1991 la maglia numero dieci. Con il club partenopeo vinse uno scudetto (1989-90) e una supercoppa italiana (1990-91). Passato nel 1993 al Parma, mise ancor di più in mostra il suo straordinario talento di fantasioso trequartista, capace di fornire preziosi assist ai compagni d'attacco come pure di segnare molte reti.
Dopo aver vinto con gli emiliani una Supercoppa europea nel 1993 e una Coppa Uefa nel 1995, nel 1996 passò alla squadra londinese del Chelsea. Anche nel campionato inglese il piccolo giocatore sardo (è alto solo 168 cm) dimostrò di essere tra i più forti e spettacolari attaccanti europei, meritandosi il riconoscimento come miglior giocatore del campionato al termine della stagione 96-97. Nel 1998 Zola vinse con il Chelsea (guidato da Gianluca Vialli come giocatore-allenatore) la Coppa d'Inghilterra, la Coppa delle Coppe e una Supercoppa europea. Dopo sette stagioni di militanza ai massimi livelli nel club londinese, l'ultima delle quali coronata da 14 gol segnati e dalla qualificazione in Champions League, nella stagione 2003-2004 Zola è tornato in Italia per indossare la maglia del Cagliari, squadra iscritta al campionato di serie B.
Simpatico, amato e molto popolare in Inghilterra, soprannominato simpaticamente magic box per la sua statura e il suo talento, egli venne nominato poco dopo il suo ritorno in Sardegna Membro dell'Impero Britannico dalla regina Elisabetta II. Il Chelsea come riconoscimento al giocatore ritirò la sua maglia numero 25.
Grazie al suo prezioso apporto di tecnica ed esperienza, la squadra rossoblù è riuscita ad essere promossa in Serie A per la stagione 2004-2005. Zola ha poi trascinato in quell'annata i sardi facendoli rimanere nella massima serie, annata condita da ben tre reti segnate alla Juventus, tra le quali le ultime due della sua straordinaria carriera. Nella sua ultima stagione verrà premiato con il Pallone d'argento come giocatore più corretto del campionato.
Il 29 giugno 2005 ha annunciato il suo ritiro dalle competizioni agonistiche. Sempre dopo il suo ritiro giocò in un campionato di calcio a 7 che si svolge a Cagliari denominato "Carioca Cup".
É stato inserito al secondo posto dal Sun, nella classifica dei "10 artisti del pallone" che hanno giocato nei campionati inglesi negli ultimi anni. É dietro solo alla vecchia gloria del Manchester United George Best, ma precede calciatori del calibro di Paul Gascoigne, Ryan Giggs e Thierry Henry.
Inoltre è stato eletto dalla Professional Footballers Association (l'Assocalciatori inglese) il miglior giocatore della storia del Chelsea, precedendo gente come Didier Drogba e John Terry.
Carriera Nazionale
Con la Nazionale Zola ha avuto alterna fortuna: espulso - peraltro senza aver commesso alcun fallo - negli ottavi di finale contro la Nigeria e squalificato per due giornate al Mondiale del 1994, fu sfortunato protagonista anche al campionato d’Europa 1996 quando, contro la Germania, fallì un rigore decisivo per il passaggio al turno successivo. Il 12 febbraio 1997 segnò il gol che diede all'Italia una storica vittoria contro l'Inghilterra allo stadio di Wembley, nel corso di un incontro valido per la qualificazione al Mondiale del 1998. In quello stesso anno però, a soli 31 anni, Zola giocò anche la sua ultima partita in Nazionale (a Roma contro l'Inghilterra) in quanto poi, nonostante le sue ottime prestazioni con il Chelsea, il ct Cesare Maldini non lo incluse nella rosa che disputò il Mondiale in Francia.
Allenatore
Zola dal luglio del 2006 è consulente tecnico della Nazionale Under-21 allenata da Pierluigi Casiraghi.
wikipedia
Caratteristiche tecniche
Zola è una tipica mezzapunta italiana, ovvero un giocatore dotato di classe e tecnica sopraffina, capace di agire sia da trequartista che da seconda punta pura ed in grado inoltre di segnare gol come se fosse un centravanti vero e proprio. Il piatto forte di Gianfranco Zola sono le punizioni, di cui il sardo è un vero e proprio specialista, tra i migliori nella storia del calcio italiano. Il suo gioco era anche caratterizzato da forti accelerazioni palla al piede, oltre che da dribbling ubriacanti di scuola brasiliana.
Carriera Club
Iniziò a giocare a calcio nella Corrasi di Oliena per poi passare alla Nuorese (1984), dove fu impiegato nel ruolo di mezzapunta. Nel 1986 passò alla Torres dove disputò un campionato di C2 (contribuendo in modo decisivo alla promozione dei sassaresi) e due campionati di serie C1: nell'ultimo impressionò favorevolmente, giocando 34 partite e segnando 11 reti (molte su punizione). Esordì in Serie A nel 1989, quando venne acquistato dal Napoli di Diego Armando Maradona, dal quale fu investito personalmente come suo erede, ereditando nel 1991 la maglia numero dieci. Con il club partenopeo vinse uno scudetto (1989-90) e una supercoppa italiana (1990-91). Passato nel 1993 al Parma, mise ancor di più in mostra il suo straordinario talento di fantasioso trequartista, capace di fornire preziosi assist ai compagni d'attacco come pure di segnare molte reti.
Dopo aver vinto con gli emiliani una Supercoppa europea nel 1993 e una Coppa Uefa nel 1995, nel 1996 passò alla squadra londinese del Chelsea. Anche nel campionato inglese il piccolo giocatore sardo (è alto solo 168 cm) dimostrò di essere tra i più forti e spettacolari attaccanti europei, meritandosi il riconoscimento come miglior giocatore del campionato al termine della stagione 96-97. Nel 1998 Zola vinse con il Chelsea (guidato da Gianluca Vialli come giocatore-allenatore) la Coppa d'Inghilterra, la Coppa delle Coppe e una Supercoppa europea. Dopo sette stagioni di militanza ai massimi livelli nel club londinese, l'ultima delle quali coronata da 14 gol segnati e dalla qualificazione in Champions League, nella stagione 2003-2004 Zola è tornato in Italia per indossare la maglia del Cagliari, squadra iscritta al campionato di serie B.
Simpatico, amato e molto popolare in Inghilterra, soprannominato simpaticamente magic box per la sua statura e il suo talento, egli venne nominato poco dopo il suo ritorno in Sardegna Membro dell'Impero Britannico dalla regina Elisabetta II. Il Chelsea come riconoscimento al giocatore ritirò la sua maglia numero 25.
Grazie al suo prezioso apporto di tecnica ed esperienza, la squadra rossoblù è riuscita ad essere promossa in Serie A per la stagione 2004-2005. Zola ha poi trascinato in quell'annata i sardi facendoli rimanere nella massima serie, annata condita da ben tre reti segnate alla Juventus, tra le quali le ultime due della sua straordinaria carriera. Nella sua ultima stagione verrà premiato con il Pallone d'argento come giocatore più corretto del campionato.
Il 29 giugno 2005 ha annunciato il suo ritiro dalle competizioni agonistiche. Sempre dopo il suo ritiro giocò in un campionato di calcio a 7 che si svolge a Cagliari denominato "Carioca Cup".
É stato inserito al secondo posto dal Sun, nella classifica dei "10 artisti del pallone" che hanno giocato nei campionati inglesi negli ultimi anni. É dietro solo alla vecchia gloria del Manchester United George Best, ma precede calciatori del calibro di Paul Gascoigne, Ryan Giggs e Thierry Henry.
Inoltre è stato eletto dalla Professional Footballers Association (l'Assocalciatori inglese) il miglior giocatore della storia del Chelsea, precedendo gente come Didier Drogba e John Terry.
Carriera Nazionale
Con la Nazionale Zola ha avuto alterna fortuna: espulso - peraltro senza aver commesso alcun fallo - negli ottavi di finale contro la Nigeria e squalificato per due giornate al Mondiale del 1994, fu sfortunato protagonista anche al campionato d’Europa 1996 quando, contro la Germania, fallì un rigore decisivo per il passaggio al turno successivo. Il 12 febbraio 1997 segnò il gol che diede all'Italia una storica vittoria contro l'Inghilterra allo stadio di Wembley, nel corso di un incontro valido per la qualificazione al Mondiale del 1998. In quello stesso anno però, a soli 31 anni, Zola giocò anche la sua ultima partita in Nazionale (a Roma contro l'Inghilterra) in quanto poi, nonostante le sue ottime prestazioni con il Chelsea, il ct Cesare Maldini non lo incluse nella rosa che disputò il Mondiale in Francia.
Allenatore
Zola dal luglio del 2006 è consulente tecnico della Nazionale Under-21 allenata da Pierluigi Casiraghi.
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AMEDEO NAZZARI
Amedeo Nazzari, il cui vero nome era Amedeo Carlo Leone Buffa, è stato un attore italiano nato il 10 dicembre 1907 a Cagliari e morto il 5 novembre 1979 a Roma. Ha avuto una carriera straordinaria nell'industria cinematografica italiana.
L'interesse di Nazzari per la recitazione si sviluppò durante gli anni scolastici, dove partecipò a rappresentazioni teatrali scolastiche e successivamente si unì a gruppi teatrali locali. Nel 1927 fece il suo debutto professionale con la compagnia teatrale di Dillo Lombardi e continuò a lavorare con compagnie importanti come quelle di Annibale Ninchi, Memo Benassi e Marta Abba.
La sua svolta avvenne nel 1935 quando fu notato dall'attrice Elsa Merlini, che gli offrì un ruolo nel film "Ginevra degli Almieri". Sebbene il film non ottenne un successo immediato, riportò Nazzari al teatro.
Fu l'attrice Anna Magnani a riconoscere il talento di Nazzari e insistere affinché fosse scelto per il film "Cavalleria". La sua presenza fisica, unita all'attrattiva dell'uniforme militare, lo rese l'attrazione principale del film, che divenne un grande successo al botteghino nel 1936.
Nazzari continuò a guadagnare popolarità con film come "Luciano Serra pilota" nel 1938, consolidando il suo status di attore di rilievo. Tuttavia, la sua tendenza a discutere con i produttori riguardo ai dialoghi e ai cambiamenti nella sceneggiatura gli procurò la fama di essere un personaggio difficile e ribelle.
Nel 1941, Nazzari ricevette il premio come Migliore Attore alla Mostra del Cinema di Venezia per la sua interpretazione nel film "Caravaggio, il pittore maledetto". L'anno successivo, recitò nel celebre film "La cena delle beffe", diretto da Alessandro Blasetti, che lo consacrò definitivamente come divo del cinema. Il film, ambientato nella Firenze dei Medici, divenne famoso per la prima scena di nudo femminile e per la famosa battuta di Nazzari: "E chi non beve con me, péste lo cólga!".
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Nazzari interpretò ruoli importanti in film come "Un giorno nella vita" (1946), "Il bandito" (1946) e "La figlia del capitano" (1947). Ricevette anche offerte dall'estero, inclusa la Spagna e l'Argentina, ma rifiutò un ruolo che denigrava gli italiani per rispetto al suo paese.
Negli anni '50, Nazzari intraprese una fase di successo con melodrammi sentimentali, spesso accanto all'attrice Yvonne Sanson e diretti da Raffaello Matarazzo. Film come "Tormento" (1950), "I figli di nessuno" (1951) e "L'angelo bianco" (1955) affascinarono il pubblico italiano, rivitalizzando il genere del melodramma sentimentale.
Nonostante il suo successo, Nazzari interpretò anche ruoli impegnati, come nel film "Processo alla città" (1952) e "Il brigante di Tacca del Lupo" (1952). Nel 1957, lavorò con Federico Fellini nel film "Le notti di Cabiria", interpretando un divo in decadenza.
Negli anni '60, Nazzari declinò molte offerte per ruoli comici nella commedia all'italiana, preferendo ruoli più seri. Le sue apparizioni sul grande schermo divennero sempre più rare, ma ebbe qualche partecipazione in produzioni internazionali come "Il papavero è anche un fiore" (1966) e "Il clan dei siciliani" (1969).
Nella televisione, Nazzari partecipò a adattamenti televisivi dei suoi film più celebri e apparve come ospite in popolari programmi televisivi. Nel 1969, la Rai gli dedicò una retrospettiva dei suoi film più famosi e nel 1965 partecipò allo sceneggiato televisivo "La figlia del capitano".
Negli ultimi anni, Nazzari si ritirò gradualmente dalle scene a causa di problemi di salute legati a un grave insufficienza renale. Morì nella clinica Villa Claudia di Roma il 5 novembre 1979 per collasso cardiorespiratorio. Il suo contributo al cinema italiano e la sua voce distintiva, che non necessitava di doppiaggio, hanno lasciato un'eredità duratura. È sepolto nel cimitero Monumentale del Verano a Roma.
MARISA SANNIA
dolce cantante Sarda
Marisa Sannia, nata a Iglesias il 15 febbraio 1947 e scomparsa a Cagliari il 14 aprile 2008, è stata una cantautrice e attrice italiana.
Marisa Sannia è stata nota per i suoi successi nella musica leggera negli anni '60, ma è diventata anche interprete di canzoni d'autore e ha intrapreso una ricerca artistica che l'ha portata a essere apprezzata come cantautrice in lingua sarda. È stata soprannominata "la gazzella di Cagliari".
La sua carriera musicale è iniziata nei primi anni '60, quando ha fatto parte del gruppo musicale cagliaritano "I Principi" come voce femminile. Ha ottenuto il secondo posto in un concorso nazionale per voci nuove indetto dalla Fonit Cetra. Durante il concorso, ha eseguito la canzone "Perduto amor" di Salvatore Adamo, accompagnata alla chitarra da Roberto Casti e Pasqualino Cao. Durante la sua partecipazione al concorso, ha attirato l'attenzione di Sergio Endrigo e Luis Bacalov, membri della giuria. Con loro ha registrato il suo primo singolo, "Tutto o niente", che ha segnato l'inizio della sua carriera discografica.
Nel 1966 ha partecipato all'edizione di quell'anno di Canzonissima e ha registrato la canzone "Dai" a Parigi. Ha continuato a ottenere successo con brani come "Casa bianca" e "Una lacrima sul viso".
Marisa Sannia ha partecipato a numerosi festival musicali e manifestazioni, tra cui il Festival di Sanremo. Nel corso della sua carriera, ha sperimentato diversi generi musicali e ha collaborato con diversi autori e compositori, come Sergio Endrigo. Ha anche intrapreso esperienze nel campo del teatro, recitando in musical e sceneggiati televisivi.
Negli anni '70, la Sannia ha ampliato il suo repertorio includendo canzoni per bambini e canzoni tratte da film di Walt Disney. Ha anche continuato a partecipare a festival e manifestazioni canore.
Negli anni successivi, la sua carriera ha conosciuto alti e bassi, ma ha continuato a pubblicare album e a esibirsi dal vivo. Nel 1993 ha pubblicato un album in lingua sarda intitolato "Sa oghe de su entu e de su mare" e nel 2003 ha pubblicato l'album "Nanas e janas" con canzoni inedite scritte da lei stessa.
Marisa Sannia è stata un'artista poliedrica, che ha lasciato un segno importante nella musica italiana. La sua ricerca artistica e il suo amore per la lingua sarda l'hanno resa un'icona della cultura musicale sarda. Nonostante la sua scomparsa prematura, il suo contributo alla musica italiana rimane un ricordo indelebile.
Grazia Deledda
Nata a Nuoro, nel 1871, da una modesta famiglia di agricoltori, ella rivelò ben presto le sue qualità di poetessa e di scrittrice. Non aveva ancora vent’anni e già aveva scritto un romanzo:“Fior di Sardegna”, in cui, delineati con vivace sincerità, apparivano figure e momenti della vita isolana. Da allora, fu sempre l’amore per la sua terra che ispirò con maggior commozione la scrittrice.
Nella sua vita non ebbe che lo scopo di far del bene alla Sardegna, come ella stessa scrisse in una lettera: “Alla mia, alla nostra diletta Sardegna!”
I romanzi che seguirono - si ricordano tra gli altri “Edera”, “Cenere”, “La madre”, “Canne al vento”, “Elias Portulu” - diffusero, a poco a poco, la fama della Deledda in tutta l’Italia e all’estero. Piacquero, specialmente, la schietta semplicità del suo stile, la chiara rappresentazione dei personaggi, il caldo e profondo esame delle passioni umane. E queste qualità artistiche furono tanto apprezzate che, nel 1926, venne assegnato alla scrittrice sarda il più alto riconoscimento letterario del mondo: il premio Nobel.
Pur circondata da tanta gloria, Grazia Deledda conservò sempre la sua serena e riservata modestia. Morì a Roma, nel 1936. le sue spoglie riposano nella chiesetta che ella amò da fanciulla e che ricordò tanto spesso nei suoi romanzi: la Chiesa di Nostra Signora della Solitudine.
Nella sua vita non ebbe che lo scopo di far del bene alla Sardegna, come ella stessa scrisse in una lettera: “Alla mia, alla nostra diletta Sardegna!”
I romanzi che seguirono - si ricordano tra gli altri “Edera”, “Cenere”, “La madre”, “Canne al vento”, “Elias Portulu” - diffusero, a poco a poco, la fama della Deledda in tutta l’Italia e all’estero. Piacquero, specialmente, la schietta semplicità del suo stile, la chiara rappresentazione dei personaggi, il caldo e profondo esame delle passioni umane. E queste qualità artistiche furono tanto apprezzate che, nel 1926, venne assegnato alla scrittrice sarda il più alto riconoscimento letterario del mondo: il premio Nobel.
Pur circondata da tanta gloria, Grazia Deledda conservò sempre la sua serena e riservata modestia. Morì a Roma, nel 1936. le sue spoglie riposano nella chiesetta che ella amò da fanciulla e che ricordò tanto spesso nei suoi romanzi: la Chiesa di Nostra Signora della Solitudine.
Sebastiano Satta
Sebastiano Satta noto Pipieddu (Nuoro, 21 maggio 1867 – Nuoro, novembre 1914) è stato un poeta, scrittore , avvocato e giornalista italiano.
Il poeta nacque a Nuoro il 21 maggio 1867 dall'avvocato Antonio Satta e da Raimonda Gungui. A soli cinque anni perdette il padre e la madre dovette quindi provvedere con sacrificio (sola/ e triste come l'aquila selvaggia/che nutre i figli sulla rupe) ad allevare il piccolo Sebastiano e il fratello di lui, Giuseppino, divenuto poi alto funzionario al Ministero della Giustizia. Conseguì la laurea in legge a Sassari nel 1894, lavorando fin dal 1890 come giornalista presso il quotidiano L'Isola. Nel 1908 si ammalò, lasciando l'attività forense a causa della paralisi; privo della possibilità di parlare ma intellettualmente ancora perfettamente capace, dedicò il resto della sua vita a scrivere poesie.
Non è un personaggio che ha avuto molta fama a livello italiano ma per la Sardegna ha molta importanza; i nuoresi lo ricordano per la sua capacità di stare vicino alle persone più umili cogliendo problemi, vizi e virtù del popolo barbaricino di quel periodo. Durante il servizio militare a Bologna ebbe modo di avvicinarsi alla poesia di Carducci dalla quale fu molto influenzato.
Satta ha raccontato la vita sarda e quella nuorese con occhi critici; infatti era avvocato, giornalista, cultore della lingua e cultura sarda e autore anche di poesie in sardo, fra le quali resta molto cara ai nuoresi Su battizu (il battesimo in lingua sarda) eseguita in canto dal Coro di Nuoro. Nel comune di Nuoro è presente una piazza monumentale costruita nel 1967 dallo scultore Costantino Nivola intitolata a Sebastiano Satta.
Il poeta nacque a Nuoro il 21 maggio 1867 dall'avvocato Antonio Satta e da Raimonda Gungui. A soli cinque anni perdette il padre e la madre dovette quindi provvedere con sacrificio (sola/ e triste come l'aquila selvaggia/che nutre i figli sulla rupe) ad allevare il piccolo Sebastiano e il fratello di lui, Giuseppino, divenuto poi alto funzionario al Ministero della Giustizia. Conseguì la laurea in legge a Sassari nel 1894, lavorando fin dal 1890 come giornalista presso il quotidiano L'Isola. Nel 1908 si ammalò, lasciando l'attività forense a causa della paralisi; privo della possibilità di parlare ma intellettualmente ancora perfettamente capace, dedicò il resto della sua vita a scrivere poesie.
Non è un personaggio che ha avuto molta fama a livello italiano ma per la Sardegna ha molta importanza; i nuoresi lo ricordano per la sua capacità di stare vicino alle persone più umili cogliendo problemi, vizi e virtù del popolo barbaricino di quel periodo. Durante il servizio militare a Bologna ebbe modo di avvicinarsi alla poesia di Carducci dalla quale fu molto influenzato.
Satta ha raccontato la vita sarda e quella nuorese con occhi critici; infatti era avvocato, giornalista, cultore della lingua e cultura sarda e autore anche di poesie in sardo, fra le quali resta molto cara ai nuoresi Su battizu (il battesimo in lingua sarda) eseguita in canto dal Coro di Nuoro. Nel comune di Nuoro è presente una piazza monumentale costruita nel 1967 dallo scultore Costantino Nivola intitolata a Sebastiano Satta.
Giovanni Maria Angioy
(1751-1808). Nato a Bono (SS), giudice della reale Udienza a Cagliari, guidò il movimento antifeudale sino alla sconfitta del 1796.
(1751-1808). Nato a Bono (SS), giudice della reale Udienza a Cagliari, guidò il movimento antifeudale sino alla sconfitta del 1796.
Efisio Cugia
(1818-1872). Generale e uomo politico. Di nobili origini, nacque a Cagliari nel 1818. Percorse la carriera militare, prese parte a tutte le campagne dell'Indipendenza e dell'Unificazione e ricoprì importanti incarichi politici.
(1818-1872). Generale e uomo politico. Di nobili origini, nacque a Cagliari nel 1818. Percorse la carriera militare, prese parte a tutte le campagne dell'Indipendenza e dell'Unificazione e ricoprì importanti incarichi politici.
Antioco Casula Montanaru
(1878-1957). Nato a Desulo (NU), è stato il maggiore poeta in lingua sarda di questo secolo.
(1878-1957). Nato a Desulo (NU), è stato il maggiore poeta in lingua sarda di questo secolo.
Giuseppe Dessì
(1909-1974). Nato a Villacidro (CA), autore di importanti romanzi come Il disertore e Paese d'ombre.
(1909-1974). Nato a Villacidro (CA), autore di importanti romanzi come Il disertore e Paese d'ombre.
Giuseppe Manno
(1786-1868). Nato ad Alghero, letterato e uomo politico, segretario di Carlo Alberto, autore di una fondamentale Storia della Sardegna.
(1786-1868). Nato ad Alghero, letterato e uomo politico, segretario di Carlo Alberto, autore di una fondamentale Storia della Sardegna.
Antonio Gramsci
(1891-1937). Uomo politico, fondatore del Partito Comunista Italiano, nato ad Ales (OR), ha scritto le Lettere dal carcere e i 'Quaderni'
(1891-1937). Uomo politico, fondatore del Partito Comunista Italiano, nato ad Ales (OR), ha scritto le Lettere dal carcere e i 'Quaderni'
Emilio Lussu
(1890-1975). Nato ad Armungia (CA), uomo politico e scrittore, combattente nella Brigata Sassari, fu tra i fondatori del Partito Sardo d'Azione e dirigente di Giustizia e Libertà. Ha scritto Un anno sull'Altopiano e Marcia su Roma e dintorni.
(1890-1975). Nato ad Armungia (CA), uomo politico e scrittore, combattente nella Brigata Sassari, fu tra i fondatori del Partito Sardo d'Azione e dirigente di Giustizia e Libertà. Ha scritto Un anno sull'Altopiano e Marcia su Roma e dintorni.
Antonio Segni
(1891-1972). Uomo politico sassarese. Presidente della repubblica italiana dal 1962 al 1964.
(1891-1972). Uomo politico sassarese. Presidente della repubblica italiana dal 1962 al 1964.
Enrico Berlinguer
(1922-1984). Nato a Sassari nel 1922, è stato uno dei più importanti uomini politici del secondo dopoguerra. Fu segretario nazionale del Partito Comunista Italiano dal 1972 fino alla morte. Era cugino di Francesco Cossiga (Presidente della Repubblica Italiana) ed entrambi erano parenti di Antonio Segni (anch'egli capo di stato).
(1922-1984). Nato a Sassari nel 1922, è stato uno dei più importanti uomini politici del secondo dopoguerra. Fu segretario nazionale del Partito Comunista Italiano dal 1972 fino alla morte. Era cugino di Francesco Cossiga (Presidente della Repubblica Italiana) ed entrambi erano parenti di Antonio Segni (anch'egli capo di stato).
Francesco Cossiga
(1928-2010). Uomo politico sassarese, nato il 26 luglio 1928. E' stato Presidente della Repubblica Italiana dal 1985 al 1992.
(1928-2010). Uomo politico sassarese, nato il 26 luglio 1928. E' stato Presidente della Repubblica Italiana dal 1985 al 1992.
Amsicora e Iosto
Padre e figlio, guidarono i sardi nella resistenza antiromana durante la seconda guerra punica. Iosto morì nella battaglia di Cornus (215 a.C.), Amsicora si suicidò alla notizia della morte del figlio.
Sant'Eusebio e San Lucifero
Vescovi sardi, nel 354 d.C. parteciparono al congresso di Arles, in Francia, come legati papali combattendo l'eresia ariana.
Barisone I d'Arborea
Giudice d'Arborea, fu incoronato re di Sardegna da Federico Barbarossa nel 1164, ma morì nel 1186 senza aver realizzato il sogno di sottomettere tutta l'isola
Adelasia di Torres
Ultima Giudice del Logudoro, moglie di Ubaldo Visconti prima e di re Enzo poi, morì nel 1255.
Mariano IV d'Arborea
Sostenne una lunga guerra con gli aragonesi conquistando quasi tutta l'isola. Morì nel 1376.
Eleonora d'Arborea
Giudice, promulgò la Carta de Logu e lottò a lungo con successo contro gli aragonesi. Il suo regno durò dal 1383 al 1402.
Leonardo Alagon
(1436-1490). Ultimo marchese di Oristano, ribelle alla corona d'Aragona, fu sconfitto a Macomer e morì in prigione.
Gerolamo Araolla
Poeta cinquecentesco, cercò di creare un sardo letterario scrivendo numerose opere in sardo, castigliano e italiano.
Antonio Lo Frasso
Algherese, vissuto nel '500, operò in Spagna, dove pubblicò con successo i Libri della fortuna d'amore. Scrisse in castigliano e in sardo.
Sigismondo Arquer
Letterato cagliaritano, scrisse una breve Storia e descrizione della Sardegna. Accusato di aderire al luteranesimo, fu arso vivo a Toledo nel 1571.
Maestro di Castelsardo
Pittore anonimo di formazione valenzana, ha operato in Sardegna alla fine del XV secolo, lasciando importanti retabili a Castelsardo (SS) e Tuili (CA).
Lorenzo, Pietro e Michele Cavaro
Esponenti di una famiglia di pittori cagliaritani, hanno operato per tutto il '500 lasciando retabili e tele in molte chiese sarde.
ILLUSTRI PERSONAGGI DI ORIGINI SARDE E DI ADOZIONE
IVAN GRAZIANI
UN GRANDE CANTAUTORE DI ORIGINI SARDE
grazie Ivan per le tue poesie
Ivan Graziani era di madre Algherese, la Sig.ra Pina Scognamillo. Era nato il 6 Ottobre del 1945 a Teramo . Una leggenda vuole che egli sia nato in effetti sul mar Tirreno, a metà strada tra Civitavecchia ed Olbia, a bordo di un traghetto su cui si trovava sua madre in viaggio.
A soli 51 anni la brutta notizia per tutti i suoi fans e soprattutto per gli Algheresi :
Addio Ivan Graziani, sognatore del rock Aveva raggiunto il successo con " Pigro " e " Agnese " . Gli occhiali che passione. la pittura, il primo amore .
Il cantautore stroncato dal cancro a 51 anni nella sua casa vicino a Pesaro. Lascia la moglie e due figli Addio Ivan Graziani, sognatore del rock Aveva raggiunto il successo con "Pigro" e "Agnese". Gli occhiali che passione "Diceva sempre: "Voglio affogare nel mare". Sguazzare nelle pozze d'acqua non gli interessava. Aspettava il grande contratto, ma senza fretta. Non si sarebbe svenduto mai, era sereno. Forse un po' fatalista. E preferiva attendere il ritorno della grande occasione suonando nelle piazze, per la gente". Cosi' il musicista Alberto Radius ricorda l'amico Ivan Graziani, morto ieri nella sua casa vicino a Pesaro, stroncato dal tumore all'eta' di 51 anni. Il rocker nostrano dagli occhialoni rossi (ne possedeva di ogni genere e colore) che si era inventato un gilet in pelle con i ganci per imbracciare la chitarra (una delle sue 200) da qualche anno non era piu', come si dice, sulla cresta dell'onda. Approdato alla musica alla fine degli anni 60 con il gruppo Anonima Sound, sali' dall'Abruzzo a Milano e brevetto' il genere "chitarra bar" nei locali di Brera. Poi comincio' a gravitare intorno a Galleria del Corso, dove si trovava la Numero Uno, casa discografica per cui incidevano Lucio Battisti (con lui suono' "Ancora tu"), Bruno Lauzi, P.F.M., Antonello Venditti. Nel '76 usci' il primo disco da solista, "Ballata per quattro stagioni", poi vennero "I lupi" e "Pigro", gli album del successo, che scoppio' nel 1979 con "Agnese". Rock - blues, melodia, attenzione ai testi, una grande tecnica, quel look eccentrico anche lontano dalla scena: Graziani era un personaggio particolare nel panorama musicale italiano. E tutti cantavano "Firenze" (la "canzone triste, triste, triste..."), "Lugano addio", "Monna Lisa". Ma il successo non lo aveva mai cambiato. Ricorda Red Ronnie: "Era una persona molto discreta, di quelli che non sgomitano mai per apparire. Nell'ambiente dello spettacolo, tutto sorrisi e pacche sulle spalle, avevauna grande dignita'. Anche il suo stile stravagante era soltanto un modo per vincere la timidezza". Negli anni 80 ebbe inizio la crisi professionale. Molti dischi incisi, ma poco successo (anche se nel '94 a Sanremo riusci' a piazzarsi al settimo posto con il brano "Maledette malelingue"). "Non si sentiva finito - racconta ancora Radius -. Era tranquillo, con mille idee in testa. L'ho visto l'ultima volta alla fiera di Pesaro nel maggio scorso. Aveva allestito uno stand con un vecchio banco di registrazione. Voleva aprire uno studio di vintage (d'annata), fatto tutto con strumenti, amplificatori e pezzi originali anni 70. Era li' con la moglie, faceva pubbliche relazioni per il suo sogno". E sogni, progetti, voglia di fare, a Ivan non mancavano. Quando nel '90 il presidente del sindacato italiano locali da ballo gli chiese una canzone che esortasse i ragazzi a non lasciarsi rovinare dall'alcol e dalle droghe, compose "Tutto il coraggio che hai". Tre anni dopo fondo' una scuola di musica a Teramo, per la formazione di nuovi cantautori. Alle elezioni comunali del 1995 si candido' per la lista Pannella - Riformatori a Rimini. "Disse subito di si' - ricorda Werther Casali, che lo chiamo' in quell'occasione -. Era determinato a portare avanti un programma di lavoro per i giovani". Della sua malattia non parlava mai. "Sapeva di stare male - ricorda Radius - ma faceva finta di niente. Aveva uno spirito forte, voleva cantare, suonare. Ma quest'estate le serate gli costavano fatica. Ne usciva stravolto. E' che non poteva rinunciare, la musica era la sua vita. "E deve essere consumata fra la gente vera, senza trucchi, mistificazioni", diceva. Odiava i videoclip. Nella sua bella casa fra gli alberi, aveva uno studio di registrazione in cui passava le ore. Pochi amici, una vita riservata, i suoi due figli che adorava". In novembre, l'ultimo concerto a Torino. Forse gli era anche venuta la voglia di partire per Milano. "Sto bene nella mia isola in campagna - aveva detto recentemente - ma mi sta facendo un po' assopire. Chissa', tornare in citta'... la' si' che si fa il pieno di energia". * ----------------------------------------------------------------- GLI ULTIMI GIORNI Tra canzone e pittura PESARO - Colpito due anni fa da un tumore si e' spento ieri pomeriggio alle 19 nella sua abitazione di Novafeltria, in provincia di Pesaro, il cantautore Ivan Graziani. Aveva 51 anni. Gli erano accanto la moglie Anna Bischi e i due figli, Tommaso di 22 anni e Filippo di 16. Ivan Graziani lascia anche la mamma che abita ad Alghero e un fratello docente all'Ateneo di Montreal. Domani molto probabilmente si svolgeranno i funerali a Novafeltria, citta' dove abitava da oltre 20 anni e dove componeva e registrava le sue canzoni. Nato a Teramo, in Abruzzo, dopo aver frequentato la scuola d'arte ad Ascoli Piceno, Ivan Graziani si era trasferito, nella meta' degli anni Sessanta, ad Urbino dove si era diplomato alla prestigiosa scuola del libro, frequentando poi anche l'Accademia di Belle Arti. Colpito dalla malattia, dopo un primo ricovero ad Urbino, il cantautore da tempo si sottoponeva a terapia all'ospedale di Bologna. Negli ultimi mesi sembrava si fosse ripreso: l'ultimo concerto a Torino in novembre, quindi aveva impiantato una sala d'incisione a Pesaro per registrare basi musicali per il conservatorio "Rossini". Nonostante amasse sempre affermare "m'ha rovinato Elvis Presley...", per fare riferimento alla sua grande passione per il rock, il suo grande amore rimaneva comunque la grafica e la pittura, tanto che aveva ricevuto incarico, poco tempo fa, di fare un libro per il comune di Urbino con i testi delle sue canzoni, le sue poesie e i suoi disegni. (Maurizio Gennari)Vedani Silvia, Gennari Maurizio
(2 gennaio 1997) - Corriere della Sera fonte Corriere della Sera
Anfiteatro di Alghero intitolato a Ivan Graziani
08/06/2011 La Giunta Comunale, dopo l’individuazione da parte della Commissione toponomastica di uno spazio culturale utile a tenere viva la memoria di questo strepitoso artista, ha accolto la volontà dei cittadini algheresi
UN GRANDE CANTAUTORE DI ORIGINI SARDE
grazie Ivan per le tue poesie
Ivan Graziani era di madre Algherese, la Sig.ra Pina Scognamillo. Era nato il 6 Ottobre del 1945 a Teramo . Una leggenda vuole che egli sia nato in effetti sul mar Tirreno, a metà strada tra Civitavecchia ed Olbia, a bordo di un traghetto su cui si trovava sua madre in viaggio.
A soli 51 anni la brutta notizia per tutti i suoi fans e soprattutto per gli Algheresi :
Addio Ivan Graziani, sognatore del rock Aveva raggiunto il successo con " Pigro " e " Agnese " . Gli occhiali che passione. la pittura, il primo amore .
Il cantautore stroncato dal cancro a 51 anni nella sua casa vicino a Pesaro. Lascia la moglie e due figli Addio Ivan Graziani, sognatore del rock Aveva raggiunto il successo con "Pigro" e "Agnese". Gli occhiali che passione "Diceva sempre: "Voglio affogare nel mare". Sguazzare nelle pozze d'acqua non gli interessava. Aspettava il grande contratto, ma senza fretta. Non si sarebbe svenduto mai, era sereno. Forse un po' fatalista. E preferiva attendere il ritorno della grande occasione suonando nelle piazze, per la gente". Cosi' il musicista Alberto Radius ricorda l'amico Ivan Graziani, morto ieri nella sua casa vicino a Pesaro, stroncato dal tumore all'eta' di 51 anni. Il rocker nostrano dagli occhialoni rossi (ne possedeva di ogni genere e colore) che si era inventato un gilet in pelle con i ganci per imbracciare la chitarra (una delle sue 200) da qualche anno non era piu', come si dice, sulla cresta dell'onda. Approdato alla musica alla fine degli anni 60 con il gruppo Anonima Sound, sali' dall'Abruzzo a Milano e brevetto' il genere "chitarra bar" nei locali di Brera. Poi comincio' a gravitare intorno a Galleria del Corso, dove si trovava la Numero Uno, casa discografica per cui incidevano Lucio Battisti (con lui suono' "Ancora tu"), Bruno Lauzi, P.F.M., Antonello Venditti. Nel '76 usci' il primo disco da solista, "Ballata per quattro stagioni", poi vennero "I lupi" e "Pigro", gli album del successo, che scoppio' nel 1979 con "Agnese". Rock - blues, melodia, attenzione ai testi, una grande tecnica, quel look eccentrico anche lontano dalla scena: Graziani era un personaggio particolare nel panorama musicale italiano. E tutti cantavano "Firenze" (la "canzone triste, triste, triste..."), "Lugano addio", "Monna Lisa". Ma il successo non lo aveva mai cambiato. Ricorda Red Ronnie: "Era una persona molto discreta, di quelli che non sgomitano mai per apparire. Nell'ambiente dello spettacolo, tutto sorrisi e pacche sulle spalle, avevauna grande dignita'. Anche il suo stile stravagante era soltanto un modo per vincere la timidezza". Negli anni 80 ebbe inizio la crisi professionale. Molti dischi incisi, ma poco successo (anche se nel '94 a Sanremo riusci' a piazzarsi al settimo posto con il brano "Maledette malelingue"). "Non si sentiva finito - racconta ancora Radius -. Era tranquillo, con mille idee in testa. L'ho visto l'ultima volta alla fiera di Pesaro nel maggio scorso. Aveva allestito uno stand con un vecchio banco di registrazione. Voleva aprire uno studio di vintage (d'annata), fatto tutto con strumenti, amplificatori e pezzi originali anni 70. Era li' con la moglie, faceva pubbliche relazioni per il suo sogno". E sogni, progetti, voglia di fare, a Ivan non mancavano. Quando nel '90 il presidente del sindacato italiano locali da ballo gli chiese una canzone che esortasse i ragazzi a non lasciarsi rovinare dall'alcol e dalle droghe, compose "Tutto il coraggio che hai". Tre anni dopo fondo' una scuola di musica a Teramo, per la formazione di nuovi cantautori. Alle elezioni comunali del 1995 si candido' per la lista Pannella - Riformatori a Rimini. "Disse subito di si' - ricorda Werther Casali, che lo chiamo' in quell'occasione -. Era determinato a portare avanti un programma di lavoro per i giovani". Della sua malattia non parlava mai. "Sapeva di stare male - ricorda Radius - ma faceva finta di niente. Aveva uno spirito forte, voleva cantare, suonare. Ma quest'estate le serate gli costavano fatica. Ne usciva stravolto. E' che non poteva rinunciare, la musica era la sua vita. "E deve essere consumata fra la gente vera, senza trucchi, mistificazioni", diceva. Odiava i videoclip. Nella sua bella casa fra gli alberi, aveva uno studio di registrazione in cui passava le ore. Pochi amici, una vita riservata, i suoi due figli che adorava". In novembre, l'ultimo concerto a Torino. Forse gli era anche venuta la voglia di partire per Milano. "Sto bene nella mia isola in campagna - aveva detto recentemente - ma mi sta facendo un po' assopire. Chissa', tornare in citta'... la' si' che si fa il pieno di energia". * ----------------------------------------------------------------- GLI ULTIMI GIORNI Tra canzone e pittura PESARO - Colpito due anni fa da un tumore si e' spento ieri pomeriggio alle 19 nella sua abitazione di Novafeltria, in provincia di Pesaro, il cantautore Ivan Graziani. Aveva 51 anni. Gli erano accanto la moglie Anna Bischi e i due figli, Tommaso di 22 anni e Filippo di 16. Ivan Graziani lascia anche la mamma che abita ad Alghero e un fratello docente all'Ateneo di Montreal. Domani molto probabilmente si svolgeranno i funerali a Novafeltria, citta' dove abitava da oltre 20 anni e dove componeva e registrava le sue canzoni. Nato a Teramo, in Abruzzo, dopo aver frequentato la scuola d'arte ad Ascoli Piceno, Ivan Graziani si era trasferito, nella meta' degli anni Sessanta, ad Urbino dove si era diplomato alla prestigiosa scuola del libro, frequentando poi anche l'Accademia di Belle Arti. Colpito dalla malattia, dopo un primo ricovero ad Urbino, il cantautore da tempo si sottoponeva a terapia all'ospedale di Bologna. Negli ultimi mesi sembrava si fosse ripreso: l'ultimo concerto a Torino in novembre, quindi aveva impiantato una sala d'incisione a Pesaro per registrare basi musicali per il conservatorio "Rossini". Nonostante amasse sempre affermare "m'ha rovinato Elvis Presley...", per fare riferimento alla sua grande passione per il rock, il suo grande amore rimaneva comunque la grafica e la pittura, tanto che aveva ricevuto incarico, poco tempo fa, di fare un libro per il comune di Urbino con i testi delle sue canzoni, le sue poesie e i suoi disegni. (Maurizio Gennari)Vedani Silvia, Gennari Maurizio
(2 gennaio 1997) - Corriere della Sera fonte Corriere della Sera
Anfiteatro di Alghero intitolato a Ivan Graziani
08/06/2011 La Giunta Comunale, dopo l’individuazione da parte della Commissione toponomastica di uno spazio culturale utile a tenere viva la memoria di questo strepitoso artista, ha accolto la volontà dei cittadini algheresi
Claudio Abbado : illustre algherese di adozione
Claudio Abbado (Milano, 26 giugno 1933 – Bologna, 20 gennaio 2014) è stato un direttore d'orchestra e senatore a vita italiano.
Grande direttore d'orchestra, musicista di livello internazionale , aveva scelto Alghero, un angolo della costa delle Bombarde, per trascorrere le sue vacanze.
Non è mai mancato, quando i suoi impegni lo permettevano, all'appuntamento con la " sua " Alghero della quale apprezzava in modo particolare l'ambiente e la straordinaria bellezza del mare. Nominato recentemente senatore da Napolitano, il maestro negli ultimi tempi, proprio per le sue condizioni di salute, non svolgeva attività istituzionale. Grande appassionato della natura e delle specificità della flora sarda, il parco della sua villa del Lazzaretto è stato trasformato nel corso del tempo in un vero e proprio orto botanico che curava personalmente.
Claudio Abbado si colloca fra i massimi direttori d’orchestra del mondo e di tutti i tempi. Alghero era la sua seconda casa, da quando arrivò per la prima volta negli anni Sessanta. Da alcuni decenni aveva una dimora stabile, a dimostrazione del forte legame con la città e il territorio, un legame forte quanto discreto. In tanti, compresa la stessa amministrazione comunale, avevano pensato di consegnarli le chiavi della città, conferendogli la cittadinanza onoraria. La proposta non si è concretizzata, ma certamente la città di Alghero mostrerà sempre grande ammirazione per questo straordinario ospite”. t
Grande direttore d'orchestra, musicista di livello internazionale , aveva scelto Alghero, un angolo della costa delle Bombarde, per trascorrere le sue vacanze.
Non è mai mancato, quando i suoi impegni lo permettevano, all'appuntamento con la " sua " Alghero della quale apprezzava in modo particolare l'ambiente e la straordinaria bellezza del mare. Nominato recentemente senatore da Napolitano, il maestro negli ultimi tempi, proprio per le sue condizioni di salute, non svolgeva attività istituzionale. Grande appassionato della natura e delle specificità della flora sarda, il parco della sua villa del Lazzaretto è stato trasformato nel corso del tempo in un vero e proprio orto botanico che curava personalmente.
Claudio Abbado si colloca fra i massimi direttori d’orchestra del mondo e di tutti i tempi. Alghero era la sua seconda casa, da quando arrivò per la prima volta negli anni Sessanta. Da alcuni decenni aveva una dimora stabile, a dimostrazione del forte legame con la città e il territorio, un legame forte quanto discreto. In tanti, compresa la stessa amministrazione comunale, avevano pensato di consegnarli le chiavi della città, conferendogli la cittadinanza onoraria. La proposta non si è concretizzata, ma certamente la città di Alghero mostrerà sempre grande ammirazione per questo straordinario ospite”. t
GIUNI RUSSO
una grande cantante una grande voce
ALGHERO
Musica, è come musica
Il desiderio regna nella mente E parto senza voglia di tornare Musica, è come musica La smania che mi prende di vestirmi da sirena E? come una visione magica Mia madre non lo deve sapere Non lo deve sapere, non lo deve sapere Mia madre non lo deve sapere Non lo deve sapere che Voglio andare ad Alghero In compagnia di uno straniero Su spiagge assolate Mi parli in silenzio Con languide occhiate Voglio andare ad Alghero In compagnia di uno straniero Le corse sfrenate Su moto cromate Di sera l?estate |
Che scandalo da sola ad Alghero
Da sola ad Alghero Con uno straniero Mia madre non lo deve sapere Non lo deve sapere Musica, la sabbia è musica Cristalli scintillanti sulla pelle Che colorano un tramonto caldo e mitico Mia madre non lo deve sapere Non lo deve sapere, non lo deve sapere Mia madre non lo deve sapere Non lo deve sapere che Voglio andare ad Alghero In compagnia di uno straniero Su spiagge assolate Mi parli in silenzio Con languide occhiate |
Sono ancora ad Alghero
In compagnia dello straniero Le corse sfrenate Su moto cromate Di sera l'estate Che scandalo da sola ad Alghero Da sola ad Alghero Con uno straniero Mia madre non lo deve sapere Non lo deve sapere Mia madre non lo deve sapere Non lo deve sapere, non lo deve sapere Che scandalo da sola ad Alghero Da sola ad Alghe-Alghero Che scandalo da sola ad Alghero Con uno straniero Alghero |